I campi di sterminio e gli orrori della deportazione in un romanzo intenso e appassionato. "È stato dopo alcuni viaggi in Israele che sono tornato a pensare a quei bambini in pigiama che, con i miei stessi occhi, vidi strappati dalle loro case per essere portati nelle camere a gas e nei forni crematori di Hitler. Ed è stato dopo la guerra dei sei giorni che ho tentato di riprendere quel mio colloquio con Dio e con me stesso che per tanti anni era rimasto in sospeso. Quando sembrava che tutto fosse perduto, che Israele dovesse ancora soccombere sotto l'onta di una risorta barbarie, ho ricordato Il Vento, il famoso racconto di Agnon e, come al solito, ho fatto un tentativo per comprendere ancora una volta gli eventi della Storia e della Vita: "Israele" vuol dire "forte come Dio"." La storia vera di una famiglia ebrea ai tempi della shoà, una vicenda umana fatta di drammi personali, di incubi condivisi con molti - troppi - altri, vista con gli occhi di chi allora bambino cercava, stupito, una risposta razionale alla follia dilagante. La testimonianza di una barbarie senza possibilità di assoluzione, la speranza che il mondo, e un popolo in particolare, possa immaginare un futuro di pace.)
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