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Libro che fornisce un’analisi preziosa sui rapporti familiari. E sui loro grovigli. L’avevo letto da tempo. Questo l’ho regalato..
E' un'opera, questa, per certi aspetti atipica, stante un'impostazione senz'altro originale, divisa com'è in due parti pressoché uguali come lunghezza e ognuna delle quali porta il nome di una delle due sorelle protagoniste. Nella prima Clara, la minore, ormai avanti con gli anni, parla a se stessa e il suo è un continuo volgersi all'indietro per raccontarsi la vita trascorsa, in quella dimora in cui tuttora abita. Di nobile famiglia asburgica, con i genitori tesi a ripetere la stessa esistenza condotta dai loro avi, la donna si è costretta a una identità consona e conforme alle tradizioni di famiglia, in una acquiescenza e obbedienza che sembrerebbero spontanee, innate; in pratica si è trascinata negli anni senza un impeto di vitalità, ma solo ligia al cliché di un mondo in cui tutto è regolato da consuetudini che tendono a cristallizzare il tempo in un unico lunghissimo istante. Virginia, la maggiore, a cui è dedicata la seconda parte e che parla in prima persona, è invece una ribelle, una apparente anticonformista, che ha un desiderio di libertà che si identifica con la sua ricerca disperata di un amore, anche di convenienza, che la tolga da quel mondo così noioso e ripetitivo. Ora è anche lei nella vecchia casa, con Clara, ad ascoltare silenzi che pesano come macigni Le loro non sono voci, sono urla, ricordi frammentari di un'esistenza che probabilmente vorrebbero non fosse mai stata, entrambe quindi insoddisfatte. Il contrasto latente fra i due caratteri finisce con l'esplodere, così che si ha l'impressione di trovarsi di fronte alla sorella buona e alla sorella cattiva, ma quella buona è l'obbediente Clara e quella cattiva la ribelle Virginia? O forse è il contrario? A una prima lettura è immediata la simpatia per Clara, ma in seconda battuta questa quasi certezza pare incrinarsi, e non sono riuscito a parteggiare in questo conflitto per l'una o per l'altra, anche se trovo in Clara una femminilità tipicamente familiare.
Di questo romanzo ho apprezzato l'idea: la vicenda di due sorelle la cui ritrosia nell'esprimere i reciproci sentimenti porta ad una tacita e insanabile rottura del loro rapporto fraterno. Ne emerge la dimostrazione che talvolta il silenzio è più devastante delle parole. Durante la lettura però, ho trovato superficiale l'aspetto psicologico ed emozionale che, seppur taciuto volutamente nell'ambiente domestico a causa di un contesto familiare ottuso e formale, sarebbe potuto essere materia di un interessante approfondimento rendendo più espliciti e passionali i pensieri delle due sorelle. Dove sono, per esempio, il livore, la rabbia e il tormento di Clara quando trova la vestaglia di Virginia all'interno dell'armadio del dottore? E' un romanzo che ha deluso le mie aspettative.
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