€ 11,40 € 12,00 -5%
disp. immediata

Dettagli

2022
13 gennaio 2022
88 p., Rilegato
9788858147405

Descrizione

Come è potuto accadere che il potere legislativo passasse di fatto nelle mani dell'esecutivo riducendo le funzioni delle assemblee elettive a meri compiti di ratifica? E soprattutto: un assetto politico resta "democratico" anche quando il "demo" se n'è andato? O si trasforma in una democrazia dei signori?

«Al di là del trovarsi o no d'accordo con le sue tesi, non c'è dubbio che Canfora svolga fino in fondo quel ruolo di intellettuale politico oggi piuttosto raro.» – Robinson, la Repubblica

«Voglio sottolineare il fatto che solo i ceti medio-alti continuano in qualche misura a riconoscersi nell'attuale sistema politico. A sentirsene rappresentati. Lo dico con una battuta: si vota di più nel quartiere borghese romano dei Parioli che in quello popolare della Garbatella. Votano `i signori'.» – Luciano Canfora, intervista a La Stampa

Da oltre trent'anni l'Italia vede attuarsi periodicamente soluzioni "irregolari" delle crisi politiche. Ciampi, Monti, Draghi. Da tempo i presidenti della Repubblica si regolano come se fosse in vigore da noi la Costituzione della Quinta Repubblica francese, o forse pensano che sia ritornato lo Statuto Albertino: convocano "qualcuno" che metta le cose a posto. Non possiamo non chiederci se, tra le cause immediate di questa deriva, non ci sia il disinvolto e reiterato ricorso alla cosiddetta "unità nazionale" e al conseguente assembramento di formazioni politiche ritenute antitetiche ma destinate a perdere, nel corso di tali esperienze, larga parte dei loro connotati. È probabile che tutto questo si sia verificato sotto la pressione incalzante di costringenti strutture extranazionali in grado di imprimere una accelerazione. Ma il problema ineludibile che abbiamo di fronte è: a quale prezzo e con quale riassetto del nostro ruolo internazionale si sia prodotta una tale mutazione, e se essa sia irreversibile.

Valutazioni e recensioni

4,6/5
Recensioni: 4/5
(5)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Saggio scritto prima della guerra in Ucraina e dell'attuale guerra Israele e Palestina, ma anche prima del governo delle destre di Giorgia Meloni. Ammoniva Canfora: "La ex sinistra dovrebbe imparare a guardare verso il 'basso', prima che sia troppo tardi e prima che, in blocco, chi sta 'in basso ' si identifichi con le pulsioni malsane e seduttrici della 'destra popolare '. La ex sinistra si condanna all'irrilevanza se continua a stare a fianco di quella parte della società che se la passa bene e che ingiunge all'altra parte di rassegnarsi 'patriotticamente' alla perdita dei capitali diritti così faticosamente conquistati". La sinistra, però, non lo ascolta.

Recensioni: 5/5

Leggere assolutamente

Recensioni: 5/5

Un'analisi acuta, lucida e sintetica sulla situazione politica, e non solo, del nostro paese. Una prima considerazione riguarda il governo Draghi che altro non è che un governo del presidente della Repubblica che esorbita dalla cornice del nostro ordinamento costituzionale; tutto ciò contribuisce al discredito del Parlamento e dei partiti politici. Non mancano le critiche al giornalismo per eccesso di servilismo. "la Repubblica" ha scritto che "il busto di Cavour si inchina al passaggio di Draghi". Volgendo lo sguardo a sinistra, l'autore scrive: "La ex-sinistra si condanna all'irrilevanza se continua a stare a fianco di quella parte della società che se la passa bene e che ingiunge all'altra parte di rassegnarsi 'patriotticamente' alla perdita dei capitali diritti così faticosamente conquistati".. L'autore non manca di affrontare il tema attualissimo delle morti sul lavoro.

Recensioni: 5/5

Una sorta di Partito Unico Articolato, costituito da tutte le forze politiche in gioco che, ad onta del teatrino politico quotidiano, sospinge e appoggia un governo decisionista imposto in conflitto con i dettami costituzionali e cioè frutto del prevalere del potere esecutivo su quello legislativo, svuotando così del tutto l'essenza della democrazia parlamentare rappresentativa. E non è la prima volta. Assistiamo poi ad un "ritorno del suffragio ristretto", dovuto al progressivo allontanamento delle periferie e dei ceti più deboli dall' istituto elettorale. "Attinenze cospicue", in rapporto alla sorte patita dalla Grecia, hanno fatto sì che da noi si evidenziasse nella Presidenza della Repubblica "l'ingranaggio per cambiare il governo". La sinistra cosiddetta ha perso le sue caratteristiche ideologiche barattandole con un orientamento ispirato piu' alla geografia che alla dialettica politica. Il professore ci mette così di fronte alla fotografia spietata del sistema politico italiano attuale, nella consueta sua sferzante concisione, non priva di rimandi alla storia italiana recente e non. Gli interrogativi che il suo saggio ci lascia sono molti, ma su tutti domina un dubbio che è poi insito nel titolo: è ancora una democrazia, la nostra, se il "demo" sta svanendo vittima delle conseguenze del "suffragio ristretto" ? E inoltre: l'UE continuerà a tollerare la nostra situazione? Lo stato sociale continuerà ad essere ostaggio della politica monetaria? La pandemia continua essere gestita con grandi restrizioni e provvedimenti " muscolari" ( e qui non mi si trova completamente d'accordo)? L' attuale Presidente del Consiglio, uomo largamente conosciuto e stimato nei palazzi di Bruxelles, riuscirà a farsi "abbuonare" ( ci è gia' riuscito?) le forche caudine dell'approvazione dei 27 parlamenti europei per l'assegnazione dei fondi del Recovery Plan?