Nel tempo della crisi della democrazia rappresentativa, un nuovo fenomeno si manifesta con sempre maggiore forza nei rapporti tra cittadini ed istituzioni: la disintermediazione. Da un lato i tradizionali corpi intermedi, come partiti e sindacati, non riescono più a dare voce ai bisogni, ai desideri e alle istanze che vengono dalla società; dall'altro, i cittadini tendono sempre di più ad organizzarsi spontaneamente in comitati autonomi e agiscono per presentare i propri interessi direttamente ai decisori pubblici, riuscendo talvolta a contribuire in maniera determinante ai processi decisionali. È il modello della governance partecipata, nel quale le decisioni collettive vengono assunte grazie al supporto concreto del confronto diretto tra cittadini e istituzioni. Concentrando l'analisi di questi fenomeni sulla Regione Lazio, in un viaggio che attraversa luoghi, realtà sociali e tematiche differenti - dal degrado nel centro storico di Roma ai problemi di rifiuti, cementificazione e urbanistica della Capitale; dai disservizi del trasporto pubblico locale per i pendolari di Rieti, ai cittadini mobilitati sul tema dell'acqua pubblica a Viterbo - emerge un quadro nel quale i comitati dei cittadini rappresentano il moderno paradigma per un'originale centralità della società civile, in grado di dare nuova legittimità, dal basso, ad una democrazia in affanno.
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