Delitto e castigo è il romanzo della perdizione, ma di una perdizione che, proprio nel suo momento più oscuro, trova una luce che la redime.
«Dostoevskij, il solo che mi abbia insegnato qualcosa in psicologia» – Friedrich Nietzsche
Spinto da considerazioni teoriche, oltre che dalla miseria, il giovane Raskòl'nikov uccide un'anziana usuraia e si condanna così al rimorso e alla nevrosi; trova infine pace nell'espiazione e nell'amore per la dolce Sonja. Delitto e castigo è dunque il romanzo della perdizione, ma di una perdizione che, proprio nel suo momento più oscuro, trova una luce che la redime. E in ognuno dei mplteplici personaggi sopravvive una scintilla di bontà, soffocata dall'orrore eppure ancora palpitante di speranza. Intessuto di una grande complessità di temi, il romanzo riflette i principali motivi che agitarono la Russia di metà Ottocento e l'animo dell'autore: dagli ideali protosocialisti a un superomismo quasi nietzschiano, fino al misticismo messianico tipicamente slavo.
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Un romanzo impegnativo e appassionante, un classico da leggere almeno una volta nella vita.
C'è un motivo se viene considerato un capolavoro. Sicuramente è un libro corposo e potrebbe essere meglio iniziare a conoscere l'autore attraverso libri meno impegnativi (come le notti bianche). Che dire, buona lettura!
Può sembrare lungo ma in realtà è molto scorrevole e davvero appassionante, da non perdere
Chi commette il "male", prima di risponderne di fronte ai tribunali umani, ne risponde di fronte al tribunale della propria coscienza. Quest'ultima spesso emana la sentenza più dura, che ci logora dentro più delle pene emesse dai tribunali umani. Ecco quello che ho appreso leggendo questo libro.