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Il manuale della Ediesse curato dal giuslavorista Mario Meucci è giunto alla sua seconda edizione, esamina i fenomeni del demansionamento, del «mobbing» e del «bossing» come patologie del mondo del lavoro del terzo millennio. Quest'ultimo, il bossing, è l'ultima frontiera delle vessazioni dei lavoratore sul posto di lavoro. Si tratta della strategia adottata dalle direzioni aziendali per provocare le dimissioni della vittima, stremata dalle mortificazioni. Sono questi i fenomeni, analizzati nel manuale di Meucci, sempre più diffusi nel mondo del lavoro ma che solo in tempi relativamente recenti sono stati analizzati nei loro aspetti legali per il moltiplicarsi delle richieste di risarcimento. Il testo, dopo aver illustrato la normativa vigente a tutela della professionalità, esamina i diversi possibili comportamenti illegittimi dei responsabili aziendali, o degli stessi colleghi di lavoro, e offre una panoramica del variegato orientamento giurisprudenziale sulla prova, da parte del lavoratore, del danno da mobbing e alla professionalità. Si passa quindi all'approfondimento delle questioni relative al danno biologico, per il quale vengono evidenziate le insufficienze della disciplina in sede Inail, al danno psichico, al danno morale e alla nuova categoria del danno esistenziale. Circa il risarcimento, la tesi sostenuta nel volume è quella della non imponibilità previdenziale e fiscale delle somme conseguite o disposte giudizialmente per risarcimento del danno da mobbing, biologico, morale, professionale e esistenziale, in quanto ristoratrici di «danno emergente». Preziosa e particolarmente ricca di documentazione l'Appendice, che oltre ai disegni di legge presentati sulla disciplina del mobbing raccoglie anche le pattuizioni inserite nei contratti collettivi, le risoluzioni Ue, le massime delle più importanti sentenze della Cassazione, tra le quali la 6572 del marzo 2006, e quelle di merito, indispensabili per chi debba affrontare o patrocinare professionalmente casi concreti in ambito giudiziario.
L'universo del mobbing è analizzato nel libro di Mario Meucci, «Danni da mobbing e loro risarcibilità», che al primo approccio ha almeno due meriti: 1) raccontare e definire, anche con esempi concreti, il fenomeno; 2) offrirsi come una sorta di guida, un «manuale» per ottenere giustizia, non solo morale ma anche materiale. Alla base di un lavoro serio, comunque, c'è la necessità di stabilire un perimetro.Il libro cerca di perimetrare questa «fattispecie». L'aggressione, l'assalto, deve essere sistematico e continuato nel tempo, con uno sviluppo in varie fasi che determinano un cambiamento - di mese in mese - nelle stesse relazioni interpersonali all'interno dell'ufficio o della fabbrica, con il progressivo isolamento della vittima o delle vittime «prescelte». Il tutto, per competizione, invidia, concorrenza - stando agli istinti basilari - ma anche, in molti casi, con una precisa «strategia» aziendale, volta a liberarsi di un dipendente scomodo, «diverso» o semplicemente «di troppo». In questo caso, si può anche parlare di «bossing», perché è il boss, il capo, a organizzare la persecuzione. Senza pensare necessariamente a un «burattinaio» che guida tutte le azioni. Molti processi basta avviarli e poi si sviluppano da soli, e vi concorrono la paura e l'omertà dei colleghi, la cecità degli uffici amministrativi dell'azienda, la stessa perdita di autostima e di autocontrollo che invade la «vittima»: può portarla a dimissioni, crisi depressive, problemi neuropsichiatrici e, in casi estremi all'omicidio e al suicidio.Il libro di Meucci, corredato da un'ampia casistica di sentenze, rimprovera ai giudici di essere un po' avari nei risarcimenti disposti e offre una guida alla «risarcibilità» nei casi di danno biologico, morale, psichico ed «esistenziale». C'è pure un capitolo sulla «esenzione contributiva e fiscale delle somme risarcitorie». Utile, in tempi di finanziarie magre.
Il libro definisce la fattispecie giuridica del mobbing e le sue componenti essenziali, a partire dagli studi pionieristici di Heinz Leymann sulla violenza psicologica sul lavoro. Distingue così i comportamenti praticati dai colleghi di lavoro, con atti, parole e gesti persecutori, che arrecano offesa alla dignità e all'integrità psico-fisica di una persona, fino a mettere in pericolo l'impiego e a degradare il clima aziendale, il "mobbing" in senso stretto, dal "bossing", strategia adottata dalle direzioni aziendali con il preciso scopo di indurre un dipendente alle dimissioni. I più frequenti attori di questo assalto, isolamento e allontanamento dal lavoro sono il "mobber", il capo o un altro rappresentante della gerarchia, i "side mobber", i colleghi che partecipano all'aggressione intenzionale, sistematica e continuata nel tempo e, naturalmente, il "mobbizzato", la vittima delle vessazioni. "Danni da mobbing e loro risarcibilità" si sviluppa attraverso cinque capitoli che affrontano le violenze e le persecuzioni sul posto di lavoro, il demansionamento e la forzata inattività, quale strategia di attuazione delle diverse fasi del mobbing e le correlate violazioni normative a tutela della professionalità, la risarcibilità dei danni, (biologico e psichico), le condizioni, il nesso di causalità e l'onere della prova, la nuova disciplina degli infortuni e delle malattie professionali, il trattamento contributivo e fiscale del risarcimento. La parte espositiva è completata da una ricca Appendice con 118 sentenze sul demansionamento, sul merito del fenomeno e sulle responsabilità per danno da mobbing. Ci sono inoltre le leggi, gli accordi, le risoluzioni del Parlamento europeo, le intese e i patti negoziali, i disegni e i progetti di legge del Parlamento italiano, il testo della circolare INAIL sulla "costrittività organizzata" e l'elenco delle malattie a denuncia obbligatoria (D.M. 27.4.2004). Un lavoro puntuale e di grande utilità professionale e sociale.
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