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Non sempre, aprendo un libro di poesie, si ha la voglia di andare avanti nella lettura senza interruzioni, senza pause, per intenderci, senza quell'umano istinto critico di fermarsi a giudicare, a volte troppo frettolosamente, il testo appena scorso, incuneatosi fra le pieghe incuriosite della mente. E ciò di solito avviene quando si ha davanti agli occhi una buona opera, scritta bene, giustamente resa pubblica e fruibile. Ebbene, con "Dammi tue notizie e un bacio a tutti", volume sorto dalla mani sapienti di Valerio Grutt e messo inizialmente a disposizione del pubblico attraverso un'operazione di crowdfunding, accade tutt'altra cosa, una cosa speciale. Ogni poesia, dentro a una personale trama tragicamente contenuta, sembra saldamente incatenata con la poesia che segue, per tematica, per forma, per disposizione naturale di essere nata simile e perfetta al prima e al dopo di cui già faceva parte, «al centro dell'universo» fattosi punto, cardine, perno essenziale da cui ripartire. Così, in un clima da climax ascendente interiore, si procede di testo in testo, con cadenze drammaticamente identiche, come sospinti da una sacra aura di rispetto verso ogni singolo verso ma con la velocità saettante di passare al successivo per un religioso effetto di partecipare alla mensa del dolore, con il rigore di chi resterebbe a digiuno tutta la vita pur di poter capovolgere l'amara realtà tornata, a piccoli sorsi, a galla. Perché gli argomenti trattati in questo libro sono toccanti e cocenti (perdita, distanza, separazione, partenza, amore sottratto e amore diviso), ma tutti affrontati con la severa serenità, quiete e pacatezza di chi, nonostante tutto, non riduce il mondo a un «agguato del nulla» e lo abita, lo inspira ed espira, nel bene e nel male, a pieni polmoni, mai domo di uscire con nave pirata, alla luce del sole, verso nuove umanissime avventure, verso nuove sorprendenti scoperte.
Anarchico, in ascolto, autodidatta come Whitman, dinamico, sempre on the road, Valerio Grutt nasce "di faccia" a Napoli, nel 1983, come ci racconta nel suo ultimo libro "Dammi tue notizie e un bacio a tutti" (Interno Poesia, 2018). Questa raccolta sonda "il segreto del male" per ricavare una cura dal supplizio, un nutrimento che si riversa tutto nella poesia stessa. La poesia di Valerio Grutt è un terremoto vorticoso di emozioni, di esperienze, di respiri altalenanti e lotte incessanti. L'epicentro è da ricercarsi nell'intimità dello stato di famiglia del poeta. Dopo aver perso suo padre alla tenera età di 11 anni, Grutt deve ora indossare l'armatura da oplita interstellare per difendere sua madre dalla malattia. Il campo di battaglia è una stanza del policlinico Gemelli di Roma, dove a colpi di tosse e conati di vomito si alternano colpi di spada laser e lampi di luce. Il poeta decanta "il tempo/serranda aperta" che diffonde la luce finanche agli angoli più apparentemente irraggiungibili della quotidianità. Ogni persona amata riesce - nolente o volente - a partire, a tornare, o semplicemente a svicolare via attraverso "il tronco rotto della notte". La luce, però, trova sempre il modo d'infiltrarsi attraverso ogni fessura, di riempire ogni crepa, e di lenire la distanza trasformandola in un ponte. La luce è la lama affilata del bene che alimenta la "spada laser" del poeta, le cui dita sono viste anch'esse come spade nell'atto stesso di scrivere. Grutt incita il verbo della sua scrittura a non restare tale, ma a mutarsi anch'esso in un'arma alimentata dal dolore, capace di trovare il punto debole del vetro e di spaccarlo con una forza tale da raggiungere l'ipocentro del bene: "sappi che ci sarà da domandarsi/il senso di tutto, che alla fine/non ci sarà una vera fine/e capirai che l’amore/era l’unica domanda buona,/l’unica risposta giusta".
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