È la storia della nascita e dello sviluppo di un genere letterario di cui si rintracciano i precedenti nel tardo medioevo, il momento di formazione nel Settecento e la fioritura negli ultimi due secoli. La trattazione è scandita in diciannove densi capitoli (ciascuno seguito da un'utile bibliografia primaria e secondaria) affidati a cinque studiose (oltre alle due curatrici, Mariangela Mosca Bonsignore, Francesca Orestano ed Elena Paruolo), tutte già autrici di approfondite indagini sulla children's literature. Il saggio iniziale di Peter Hunt, autorità in materia, argomenta sulle difficoltà di definire il genere e di stabilirne i confini e sottolinea che l'infanzia è una costruzione culturale e che l'idea stessa di bambino è profondamente mutata nel corso dei secoli. La storia della letteratura per bambini e adolescenti diventa così una storia sociale e culturale che rispecchia il modo in cui gli adulti hanno considerato i giovani e hanno voluto educarli e plasmarli. La children's literature è quindi "riflesso di ciò che la società vorrebbe essere". Alcune fasi nell'evoluzione del genere si legano specificamente alla storia inglese (puritanesimo, vittorianesimo), ma altre (la nascita dell'istruzione pubblica, la prima industrializzazione) hanno una valenza transnazionale e questo spiega perché la children's literature in inglese sia ancora oggi la più universalmente conosciuta, vantando scrittori della fama di Dickens, Alcott, Carroll, Kipling, Wilde, Tolkien e Rowling. I primi testi diretti all'infanzia intendevano dare un'educazione religiosa, fornire un'istruzione di base o insegnare le buone maniere. Per i puritani del Seicento è urgente correggere la natura corrotta del bambino attraverso letture che lo guidino precocemente alla conversione. Solo nel corso del Settecento si afferma l'idea innovativa che i testi per l'infanzia debbano essere oltreché utili anche dilettevoli (la pedagogia di Locke ebbe forte influenza in questa svolta). Significativi in questo secolo sono i racconti − tutti di mano femminile − intesi all'emancipazione delle fanciulle. Con l'affermazione piena della borghesia, i valori da trasmettere ai giovani sono laboriosità, sobrietà, benevolenza verso i poveri, valori che si ritrovano in gran parte della narrativa dell'Ottocento. La varietà di sottogeneri che si succedono e si fondono è sorprendente: dal moral tale alla fantasy, dal fairy tale all'animal story, dalla school story al romanzo di avventura e alla family story. Alcune di queste tradizioni si intrecciano, ad esempio, nella popolare saga di Harry Potter determinandone il successo. Nel corso del Novecento si passa dal dominio delle storie di avventure in terre lontane al ritorno della fantasy che evoca altri mondi nel passato o in dimensioni parallele. Sullo sfondo dei racconti per ragazzi,la famiglia gradualmente perde il suo ruolo rassicurante: prima unita, autorevole, solidale, essa tende ora ad apparire problematica e diventa soggetto la ricerca di modelli alternativi. Gli ultimi capitoli del libro mostrano che in anni recenti realtà nuove − i drammatici eventi del Novecento, la presa di coscienza femminista, il multiculturalismo − si rispecchiano anche nella children's literature e che essa non è esente nemmeno da tentativi ispirati al postmodernismo. Melita Cataldi
Leggi di più
Leggi di meno