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Gli accigliati profili di Domenico Comparetti e Pio Rajna, che emergono dai neri dipinti del livornese Vittorio Corcos. La fotografia di Giuseppe Prezzolini, Giovanni Papini e Giovanni Vailati, ipnotizzati dall'obiettivo e tutt'altro che fotogenici. Il sorriso cordiale e il basco di D'Annunzio, fotografato nel giardino della Capponcina. Sono soltanto alcuni fra gli innumerevoli documenti iconografici e bibliografici che corredano questo volume, trasformandolo in prezioso repertorio. È il catalogo di una mostra all'Archivio di Stato dedicata alla cultura fiorentina fra Otto e Novecento: gli anni delle riviste e dell'avanguardia storica, della letteratura militante fra "Lacerba" e la "Voce"; ma anche gli anni "della filologia, dell'ermeneutica, della critica storica e testuale", nello spazio parallelo dell'Accademia (l'Istituto di studi superiori fondato nel 1859). Le "tensioni" e le polemiche fra i professori universitari e i letterati militanti, ovvero "il dare e l'avere fra i pedanti e i geniali", l'aristocratico gusto liberty segnato dalla presenza "numinosa" di D'Annunzio, i "frammenti di autocoscienza" di Campana, Sbarbaro, Palazzeschi e Ungaretti, con un intreccio serrato fra creazione lirica e riflessione critica o morale: tutto ciò entra in scena nell'area fiorentina, trasformando i luoghi, le strade, le case della città in una topografia culturale, in un viaggio intellettuale fatto di incontri, scontri, "intersezioni", adozioni. La città è lo spazio di quest'avventura ed è insieme "riflessa nello specchio della poesia", come suggerisce Gino Tellini nell'introduzione. Un riflesso che idealmente culmina, con malinconico presagio di prossimo tramonto, nell'ironia triste del "saltimbanco" Palazzeschi.
Rinaldo Rinaldi
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