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Cosa c'è dietro la maschera di un mammuthones? Anno 1278 a.C. il popolo Shardan, padrone del Mediterraneo, sta espandendo il proprio dominio in Egitto ma alla vigilia della grande vittoria i guerrieri si ritirano. Perché? L'autore mescolando miti, tradizioni e leggende del folklore con la sua immaginazione, risponde a questa domanda. Può il crollo di un Nuraghe mettere a rischio un intero popolo? Possono dei possenti guerrieri che non hanno eguali nel mediterraneo vincere una mandria di demoni? Cosa succede se un Meredeulé perde la strada, perde se stesso o rifiuta il suo compito? Tante domande per un romanzo che pone più interrogativi rispetto alle risposte che fornisce, un romanzo che sembra essere il secondo di una trilogia per la quale non sono ancora stati scritti gli altri titoli. La narrazione si apre nel pieno dell'azione, non c'è il tempo di ambientarsi ma solo di correre, per essere più veloci del tempo che si sgretola, più veloci degli eventi che si susseguono per poterli leggere prima che avvengano, prima che il libro finisca, che tutto svanisca come in un sogno. E come al risveglio di un sogno infatti, alla fine del libro desidereremmo solo tornare indietro e riviverlo a rallentatore, riaddormentarci per vedere cosa c'è oltre quell'ultima scena, ma non possiamo: la storia è finita e dobbiamo accontentarci delle sensazioni che ci sono rimaste, delle scene che ci hanno segnato, dei pochi tratti marcati con cui sono stati descritti i personaggi.
L’autore rievoca una terra antica, S’ard, ammantata di fosche leggende e culti pagani in cui vengono officiati riti disumani volti a impedire l’avvento di una piaga che da secoli vessa l’Isola: i Mamuthones, tristemente noti anche come Incubi. La prosa dell'autore scorre serrata, scandendo con la giusta dose di azione il vorticoso precipitare degli eventi. Gioco forza il lettore sarà spinto inconsciamente a tifare per questi eroi impegnati in una disperata lotta per la sopravvivenza da cui pare non ci sia scampo.
Un buon romanzo fantasy che ha il suo pregio nell'utilizzo dell'inquietante folklore sardo. Purtroppo la vicenda si sviluppa in poche pagine che non lasciano spazio al grande numero di personaggi presente in scena.
Recensioni
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