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Mi sono tuffata nella lettura di questo volume con la consapevolezza di poter affrontare l’argomento con la necessaria attenzione che merita. L’esperienza lavorativa di circa 23 anni in ambito riabilitativo e l’attuale professione di insegnante mi hanno permesso di entrare subito in sintonia con l’autrice che ad un certo punto della sua vita ha deciso di raccontare la storia di sua figlia, storia che riflette quella di tante altre persone coinvolte direttamente o indirettamente con la disabilità. Avere a che fare con la diversità non è affatto facile. Molte persone non sono preparate ad affrontare con la necessaria forza d’animo e con coraggio la disabilità di un congiunto. Spesso, in presenza di un famigliare disabile, ancor più se si tratta di un figlio, i rapporti tra congiunti si usurano, gli equilibri saltano, lo scoraggiamento obnubila le menti, l’incertezza rende il futuro poco appetibile. E tutto questo va ad aggravare il già pesante fardello che un genitore si porta dentro. Molti non reggono il colpo e presi dallo scoraggiamento finiscono con il gettare la spugna e con l’abbandonare il disabile al suo destino, come se questo comportamento potesse risolvere il problema di fondo. Indiscutibilmente la presenza di un portatore di handicap in famiglia ha delle ripercussioni profonde su tutti i Da piccola ero Downcomponenti, ma ciò non significa che con pazienza e determinazione non si possa ristabilire l’ordine e ricostruire l’equilibrio spezzato. Lasciarsi prendere dallo sconforto, dalla paura o dall’egoismo non aiuta a superare il problema, piuttosto questo viene moltiplicato a dismisura complicando ulteriormente la strada da percorrere. Di fatto, non è la disabilità in se stessa ad essere negativa, ma la connotazione che viene attribuita ad essa. Eppure non esiste un limite di demarcazione netto tra ciò che viene definito normale e ciò che non lo è. Questo limite è soggettivo e può essere spostato più o meno in avanti da chi lo vive.
Lettura veramente consigliata, impreziosita da una prefazione del bravissimo Gian Antonio Stella. E' una sorta di racconto autobiografico di una famiglia nella quale nasce Giulia, bambina con Sindrome di Down. Dalla disperazione iniziale, attraverso quello che Giulia porterà in dono e alla trasformazione che riesce a provocare nelle persone che vengono a contatto con lei, l'esperienza con questa figlia si trasforma in un'avventura molto ben descritta. Una narrazione immediata ma profonda, che non nasconde i problemi che a tutti i livelli la famiglia deve affrontare, ma che rende bene il "di più" che Giulia ha portato nella loro esistenza. Dovrebbero leggerlo tutti coloro che prima o poi nella vita incontreranno una persona con Sindrome di Down...e anche tutti gli altri.
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