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Anno edizione: 2020
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Aspetto irrazionale, metafisico nel modo di pensare e di agire di M.: eclettismo pragmatico attenzionato sullo sviluppo, decadenza e frantumazione della società politica e della civiltà umana che si è decomposta, marcita. Gli eventi bellici segneranno sua esperienza di uomo e di scrittore. Caporettoè la rivolta di una classe, la fanteria,diversamente dalla rivoluzione russa. La riforma luterana ha fatto perdere il dominio spirituale del mondo, al contrario dello spirito cattolico di solidarietà e di universalità. La società moderna si basa sull’utilitarismo borghese e sull’economicismo: dominano il profitto e l’interesse particolare, moralità materialistica che distrugge le forme tradizionali di vita, Per Gobetti e Missiroli l’italia non aveva conosciuto Riforma protestante e quindi doveva recuperare gli svantaggi accumulati dalla mancata assimilazione. Il Risorgimento era una guerra di piemontisizzazione e di conquista non di liberazione e di unità del Paese: degenerazione della rivoluzione in democrazia. Recupera ruolo provincie:grandi formazioni storiche, etniche, artistiche ed ec. la vera forza non è il parlamentarismo ma il rassismo,ideologia strapaesana contro la tendenza al supercapitalismo. Nel dopoguerra temeva la dittatura cattolica-clericale nell’imperante disonestà e corruzione dilagante nella vita politica e nelle istituzioni pubbliche, contro le deficienze politiche della classe dirigente e del suo innato trasformismo, contro la mancanza di iniziativa politica dei ceti medi. In nome del mito di una nuova società radicata nella tradizione intervenne in modo diretto, in prima persona. La rivoluzione conservatrice tesa a inverare una entità in realtà misteriosa e inafferrabile, sintesi appunto mitica di tradizione e di rivoluzione, rende velleitaria l’iniziativa dei suoi seguaci nella società industriale. Contraddizione donde nasce anche l’aspetto irrazionale, metafisico e metapolitico del suo pensiero, autentica, pur se non unica, base dei suoi lavori.
Recensioni
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La figura di Curzio Suckert Malaparte è oggetto nel saggio di Giuseppe Pardini d'una approfondita analisi che si ripropone di purgarla delle molte indebite presentazioni in chiave romantica responsabili nel dopoguerra della sua emarginazione nel limbo delle ricerche storiografiche e letterarie.L'autore sceglie quindi un itinerario incentrato non sull'aspetto istrionico del personaggio, né sulla pur ampia aneddotica a disposizione, ma sulla vicenda politica e culturale di un "fascista nato", come ebbe a definirlo in una lettera lo stesso Gobetti: cosicché nel libro si passa, col supporto di una corposa documentazione in buona parte fin qui inedita, attraverso l'esperienza del Fronte, gli anni della "Conquista dello Stato", di Strapaese, della "Stampa", l'epoca del confino (1933-35) e quella di Malaparte inviato speciale sui fronti di guerra e spettatore attonito della tragedia di Leningrado, fino a giungere all'antifascismo rivoluzionario del 1944-45 e all'amareggiata dissidenza in seno alla stessa democrazia italiana postbellica.L'analisi di Pardini, arricchita di spunti che ben illustrano l'eclettismo e l'indipendenza dell'intellettuale pratese, mantiene sempre costanti il mordente e la lucidità.È fra l'altro manifesto lo sforzo di chiarire l'intima coerenza del Malaparte fautore d'un fascismo integrale, "intransigente" in quanto rivoluzionario e non "parlamentare", ossia di una linea politica "anticonservatrice" ma non progressista, e ostile agli schematismi politici come pure alla modernità globalmente concepita.Dalla Cantata dell'Arcimussolini al Don Camalèo, dalla Pelle a Kaputt, dall'ammirazione per Lenin a quella per il maoismo, la vita di Malaparte è ripercorsa nel brillante saggio di Pardini di tutta la sua irriducibile complessità di testimonianza politica e letteraria. Daniele Rocca
scheda di Rocca, D. L'Indice del 1999, n. 02
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