Cuori stupidi
di Michele Merlo
Luca, Valentino e Anita hanno una band e le idee molto chiare sul proprio futuro. Dodici canzoni, un concerto al Siberia e poi, archiviata la faccenda maturità, un viaggio insieme in Portogallo. Un sogno capace di cancellare ogni dubbio sul proprio destino. Fino alla maledetta notte d'agosto in cui Valentino manda tutto in frantumi. Una strada di periferia, una precedenza non rispettata, l'inutile corsa in ospedale. Un istante, e Luca perde per sempre la persona più importante della sua vita. Ora andare avanti per lui è impossibile. Sono troppe le cose che gli ricordano l'amico che non c'è più, che mettono a nudo fragilità che non credeva di avere e che gli provocano sempre più acuti attacchi di panico. Nel giro di poche settimane Luca si isola, smette di frequentare gli amici di sempre, compresa Anita, e giura che non suonerà mai più la chitarra. Finge di iscriversi all'università, poi trova lavoro in un bar. Sta sveglio di notte e dorme di giorno. All'improvviso, nel vuoto dei suoi giorni fa irruzione Viola. Trasferitasi da Berlino, Viola è diversa da tutti gli altri - ribelle, solitaria, anticonformista - ma soprattutto non sa nulla di lui, di Valentino e di Anita. Luca comincia a vederla, conosce i suoi amici. Sono ragazzi più grandi, c'è chi vive in una casa occupata, chi fa il pittore, chi trascorre mesi in India. In quel mondo così diverso, Luca riesce a non pensare, a dimenticare. Ma presto le cose tornano a farsi complicate. Perché un dolore non si dimentica, ma si può attraversare. Perché le paure esistono ed è inutile distogliere lo sguardo. E quando si arriva ad avere il coraggio di mostrarsi al mondo con tutte le proprie fragilità, allora può succedere che alla fine di un incubo ci si possa risvegliare improvvisamente adulti. )
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