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recensione di Poma, A., L'Indice 1993, n. 8
L'intenzione dichiarata ed effettivamente perseguita dalla curatrice è di osservare "la norma della fedeltà all'originale, segnatamente nel lessico e nella spesso complicata struttura sintattica", così da fornire già attraverso la stessa traduzione un "commento" che "assume come dimensione fondamentale il linguaggio, ovvero il tedesco quale è impiegato da Kant - e che è la forma sostanziale del suo pensiero, imprescindibile per la comprensione di esso". Questo criterio di traduzione e la presenza del testo originale a fronte fanno certo di questa edizione lo strumento ideale per lo studente che si avvicina per la prima volta all'opera kantiana. Ciò tuttavia non deve indurre a valutazioni riduttive, poiché non deve far pensare a qualcosa di simile alla piattezza e alla banalità delle traduzioni interlineari, che ogni ex scolaro ricorda un po' con nostalgia un po' con senso di colpa. Lo scrupolosissimo e approfondito lavoro della Marietti per offrire una traduzione quanto più fedele e precisa possibile, a cui si aggiungono l'apparato di note, in cui prevale ancora l'attenzione alla terminologia e al linguaggio, e l'"Indice motivato delle traduzioni di termini significativi", un lessico attentamente meditato e discusso, rivelano un intento scientifico serio e realizzato con successo: offrire al lettore la possibilità di comprendere e di interpretare il pensiero di Kant attraverso e secondo la lettera del testo stesso. Nell'interpretazione di un libro non è solo legittimo, ma doveroso assumere l'intenzione dell'autore di rendere comprensibile il proprio pensiero attraverso il testo; nel caso di un grande classico come Kant, si deve anche assumere che egli ci sia riuscito. Eppure non è raro imbattersi anche in interpretazioni della filosofia kantiana vaghe ed evasive, che non prendono sufficientemente sul serio la lettera del testo e quindi non sono neanche in grado di darne conto. L'edizione curata da Anna Maria Marietti ci richiama a questo rigore metodologico e ci offre un contributo significativo su questa strada. Cosicché la traduzione italiana diventa essa stessa strumento per una riflessione sul testo originale e per una migliore comprensione di esso anche per lo studioso che legge Kant in tedesco. L'"Indice" dei termini significativi, poi, è effettivamente un riuscito tentativo di interpretazione del pensiero kantiano attraverso la terminologia, che presenta anche risultati intelligenti e originali: valga come esempio la scelta motivata di tradurre 'Gesinnung' con "convinzione", sottolineandone il significato di orientamento pratico fermo, costante, capace di produrre conseguenze, che la più usuale traduzione "intenzione" mette in ombra e indebolisce, lasciando spazio a certe riduzioni banalizzanti e talvolta dispregiative della dottrina kantiana come morale dell'intenzione.
L'introduzione di Giuseppe Riconda (a cui è aggiunto un quadro delle più significative interpretazioni che si sono affermate nella storia, con una scelta di brani esemplari) non è solo una chiara esposizione del pensiero morale di Kant attraverso l'esame delle sue opere principali, poiché in essa è ben visibile una precisa prospettiva interpretativa, che qualifica l'esposizione e che si esprime sinteticamente nella conclusione: "I limiti dell'uomo su cui tutta l'opera morale di Kant insiste non costituiscono certo un ostacolo a questa dignità che soffochi in essi le esigenze più significative dell'umano, come è avvenuto per tante filosofie del finito, ché anzi proprio su questi limiti la sua dignità è fondata. Ciò perché in Kant il senso della finitezza umana non è disgiunto da quello della trascendenza, da cui infine gli stessi limiti umani come si è visto traggono il loro significato".
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