L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non avendo il tempo di leggere tutto ciò che desidero, ho optato per l'acquisto di questo audiolibro. Ai tempi del ginnasio veniva spesso citato dalla mia insegnate di Lettere ed oggi, a distanza di oltre trent’anni, ne ho finalmente appreso il contenuto. A mio parere si tratta di un romanzo che è quasi un manifesto politico meridionalista e ciò appare eclatante nel capitolo 25. Occorre anche tener presente che l'autore si è ispirato alla propria esperienza di confinato durante il ventennio fascista e questo insieme di elementi mi è parso ne faccia un racconto ideologico. In esso l'autore critica duramente "gli idolatri dello Stato", ritiene la "piccola borghesia di paese" il vero nemico dello sviluppo del Sud ed individua nella "teocrazia statale" l'origine di tutti i problemi. Schierandosi apertamente contro lo Stato "unitario, centralizzato e lontano" dai cittadini, egli ritiene che la soluzione dei mali della civiltà contadina possa essere soltanto l' “Autonomia”. Levi individua così nel "Comune Rurale Autonomo" e nello "Stato come insieme di piccole autonomie" la panacea di tutti i mali. Ma il vero limite del romanzo sta nella visione, a mio parere forse troppo elitaria, dell'autore che osserva con commiserazione, direi quasi con la velata superiorità dell'uomo civilizzato in terre "selvagge", un mondo, quello contadino lucano, che in fin dei conti gli è estraneo e che considera pagano, “stregonesco” e animalesco. Essendo in fondo un'opera di denuncia, egli indugia soprattutto su ogni aspetto negativo ed appare incapace di trasmettere al lettore quanto di buono vi è stato in quella civiltà da lui definita "pre-cristiana" e in lotta perenne con quella "non più cristiana" (la civiltà urbana) da cui lui stesso proviene. Ed è così che tutto il racconto appare coperto da una grigia coltre di miseria, bruttura e corruzione umana. Il lettore che voglia conoscere l’antica civiltà contadina troverà nelle opere di Grazia Deledda un maggiore equilibrio.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore