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Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2004
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Documentatissimo testo, eccellente nel suo genere. a mio avviso le citazioni in latino sono "obbligatorie" perchè, come si dice qui in spagna "traductor traditor". mi è particolarmente piaciuto il commento al carme 64 di catullo (sul quale mia moglie nel 1968 prese un bel 110 cum laude all'università di perugia).
Un ottimo testo per capire i rapporti tra cristianesimo dei primi secoli e l'impero romano. Rapporto conflittuale che porterà ai martiri e alle persecuzioni anche se, come viene illustrato, non saranno così dilaganti come si usa pensare. Nonostante la tolleranza romana nei confronti delle religioni dei paesi conquistati, con il cristianesimo vi saranno contrasti prima religiosi, poi di ordine politico/pratico supportate anche da assurdi pregiudizi ed errate superstizioni, in opposizione alle leggi e alle consuetudini romane in merito al culto degli imperatori, alla partecipazione alla vita sociale e militare, che causeranno la morte di migliaia di cristiani, sino a Costantino che definirà il cristianesimo come religione libera e di stato. Il conflitto, quindi, ebbe motivazioni soprattutto religiose (come religione intesa come superstizione nuova e malefica) ed etiche dove la sfera politica ebbe un ruolo marginale solo relativamente alla vicenda dell'eresia montanista che diffuse tra i cristiani, per un breve periodo, l'idea di rifiuto dello stato. Anzi la dottrina cristiana supportò e diede slancio all'idea ecumenica di Roma già prefigurata da Seneca, portatrice di quella pax romana, sintesi di diritto e di ordine civile, fondata sul superamento delle differenze etniche fra i popoli. Un testo pertanto piuttosto difficile e tecnico; unico neo le costanti citazioni in latino e greco, senza traduzione, che appesantisce e rende meno comprensibile la spiegazione delle vicende per chi non ha seguito studi classici.
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