Il testo, frutto della tesi universitaria svolta da Angelo Coletta, mira a svelare le azioni, gli affari, i conflitti di interesse, nonché i retroscena politici e militari che si celano dietro l'annosa scarsità d'acqua nel continente africano. Partendo dalla poca considerazione concessa in genere dai media nei confronti di questa tematica il libro getta luce sulle cause (siccità, deforestazione, ecc.) e sui risvolti geopolitici (si pensi alle sanguinose “guerre dell'acqua”) che ruotano intorno al cosiddetto “oro blu”. Solo in Africa più di 300 milioni di persone sono vittime della crisi idrica. La scelta del tema nasce anche da alcune esperienze di volontariato svolte dall'autore in luoghi privi di una regolare presenza d'acqua. I Paesi sviluppati, appoggiati da noti enti internazionali, hanno mostrato interesse verso le, seppur ristrette, risorse presenti in Africa, dando avvio a forme di neocolonialismo o di saccheggio. Lo stress idrico non dipende unicamente dalle condizioni climatiche, bensì anche dall'intervento umano (non da ultimo l'operato dei governi centrali). Particolare attenzione viene poi riservata al Nilo che dalle sorgenti al delta attraversa dieci nazioni africane. L'ultima parte rappresenta un momento di riflessione e di verifica su quanto accaduto: a questo fine vengono suggerite soluzioni tecnologiche e proposte per il futuro. Il testo, composto da 5 capitoli, è arricchito da una bibliografia e da una sitografia.)
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