Al termine di un prestigioso itinerario scientifico durato oltre mezzo secolo, con quest'opera Raymond Boudon ha inteso riorganizzare otto saggi, apparsi prevalentemente nel 2010/2011, in cui ravvisa il punto di arrivo del suo lavoro, rivelando per intero la posta in gioco di tutta la sua sociologia. L'opzione per l'individualismo metodologico si fonda sul presupposto epistemologico del primato della "razionalità ordinaria", in virtù del quale i soggetti scelgono consapevolmente le credenze da abbracciare o rifiutare. Tale consapevolezza opera non solo nell'ambito delle credenze fattuali, ma anche in quello delle credenze normative: per questo si può parlare di un "progresso morale". Le conseguenze di una tale presa di posizione sono tanto più rilevanti in quanto è proprio su tali principi che si fonda la democrazia liberale. Boudon passa in rassegna le diverse scuole del pensiero sociologico, di fatto creando un vero e proprio manuale di "revisione critica" di larga parte della sociologia contemporanea. L'obiettivo è la lotta contro il riduzionismo sociologico, presente sia in molti testi scientifici sia, e soprattutto, nella vulgata diffusa nella cultura di base. L'esistenza di un senso morale e di un progresso di questo, il rapporto tra fede e ragione, la possibilità di una democrazia come risultante di scelte autonome e consapevoli da parte dei soggetti, la critica ad un relativismo deteriore che arriva a negare l'esistenza di una verità oggettiva, costituiscono altrettanti argomenti sviluppati nel corso del testo. La chiarezza del linguaggio adottato e i riferimenti puntuali alle fonti costituiscono una sorta di "legato" del Maestro alle giovani generazioni. Prefazione di Enzo Di Nuoscio.
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