L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Alla vigilia delle elezioni presidenziali americane, che hanno visto per la prima volta in lizza per la nomination democratica una donna e un afroamericano, il volume di Molinari presenta una mappa dettagliata delle principali tendenze del partito, nonché il ritratto di quei politici, intellettuali e centri di ricerca che a esso fanno riferimento. Eppure il Partito democratico, come molte formazioni della sinistra europea, deve affrontare la difficile sfida di tenere insieme persone e posizioni assai diversi tra loro. Da un lato vi è la base tradizionale del suo elettorato, composta da liberal e radicali fortemente critici nei confronti di Bush e del suo operato, di cui l'agguerrita speaker al Congresso Nancy Pelosi è un'esponente di punta. Accanto a una crescente attenzione per le tematiche ambientali, di cui il recente impegno di Al Gore è emblematico, vi è però una nuova tendenza. Si tratta dell'emergere dei cosiddetti cowboy democratici, che cercano di intercettare i voti di elettori moderati e repubblicani delusi adottando un linguaggio che fa costante riferimento alla religione, alla sicurezza nazionale, al ritorno ai valori tradizionali, al conservatorismo fiscale e alla lotta ai regimi autoritari. Tra gli esponenti di questa tendenza figurano anche i due principali sfidanti, Hillary Clinton e Barack Obama, che con le loro immagini dell'America conquistano consensi mettendo in ombra l'ala più liberal del partito. È una scommessa senz'altro interessante e che a qualcuno ricorderà alcune recenti svolte del veltroniano Pd. L'interrogativo che però rimane aperto, e a cui Molinari non risponde, riguarda il costo in termini di rinunce politiche, su temi caldi come la politica estera, la tutela dei diritti e la questione dell'aborto, cui i liberal sembrano costretti. Francesco Regalzi
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore