Solo recentemente la cultura giuridica occidentale ha cominciato ad emanciparsi da una visione che per lungo tempo ha sottovalutato le complessità culturali, religiose, antropologiche, economiche e dunque anche giuridiche dell’Estremo Oriente. Una nuova sensibilità, favorita dall’attenzione per l’irrompere della Cina sulla scena politica mondiale, ha, infatti, favorito un’analisi capace di cogliere le specificità di ordinamenti che, pur dichiarando un debito nei confronti dei sistemi giuridici occidentali di common law e di civil law introdotti nella stagione coloniale, offrono allo studioso la possibilità di analisi delle evoluzioni originali conseguite, imprimendo nella norma un nuovo esprit che ne ha fortemente modificato la portata, creando un nuovo interesse per il valore unificante rappresentato dagli “Asian Values” ispirati dalla dottrina confuciana. In questo contesto si propone ricca d’interesse l’esperienza giuridica di Singapore, città-stato multietnica ma con forte incidenza della cultura sinica. L’ordinamento costituzionale singaporiano, che aderisce al modello Westminster per autodefinizione, in realtà, sotto la patina di norme forgiate nell’orma del colonizzatore britannico, appare fortemente ispirato dal modello confuciano, che conferisce ai singoli istituti giuridici modalità espressive peculiari, a cominciare dalla legislazione sull’ordine pubblico tendente a conferire effettività al principio del mantenimento dell’armonia sociale, anche al prezzo di forti limitazioni dei diritti fondamentali formalmente richiamati nella stessa Costituzione. La ricerca proposta nella monografia, partendo dall’analisi dell’ordinamento costituzionale di una città-stato che si affaccia sulla scena globale come una delle maggiori potenze finanziarie asiatiche, affronta anche il tema del confronto fra culture giuridiche diverse sulla nuova scena globale.
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