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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2015
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«Come dire, come spiegartelo... Che un amico, che conosci da molti anni, non è sempre stato quello che è? Che non era come tu lo hai conosciuto, come lo conosci adesso, o come hai sempre creduto che fosse?» "Così ha inizio il male", mi ha incantato tanto quanto il novanta per cento del resto della sua produzione artistica. Sì, perché quando si tratta di Marías si deve parlare di vera Arte narratoria centrata sulla complessità dei rapporti e dei sentimenti umani, nella cui profondità ovattata ci si immerge, si viene accolti e avvolti. «Troppo spesso noi maschi non sappiamo fare a meno di impietosirci per il pianto silenzioso di una donna, anche falso, finto, forzato, anche se a suscitarlo è stato un pensiero che ignoriamo e che forse non riguarda noi ma un altro uomo. [...] Quel pianto ci intenerisce e ci fa pena e ci pare che sia compito nostro farlo cessare». E anche qui ci sono i suoi dubbi amletici, quelli su cui si arrovella dai tempi de "Il tuo volto domani": Esiste la verità? «La verità è una categoria destinata a rimanere in sospeso finché si vive». E attraverso questo suo dubbio ti trasporta dai piani filosofici ai fatti concreti, appassionandoti ad una vicenda alonata da mistero e sensualità, sostenuta da una leggera e continua tensione dalla cadenza perfetta. «Penso che i vincoli dell'inganno e dell'infelicità siano tra i più saldi, così come quelli dell'errore; sembra che tengano di più di quelli della conoscenza di causa, della soddisfazione e della sincerità». Ora non mi resta che andare a recuperare quella manciatina di titoli non ancora letti di questo grande talento per chiudere il cerchio, o chissà, anche ripercorrerlo con delle riletture, e far finta che il grande Marías ci sia ancora.
Scritto bene ma troppo prolisso, sicuramente si poteva chiudere con meno pagine. Soprattutto si perde nello snocciolare la storia con lunghe divagazioni a mio parere evitabili. Le ultime 100 pagine si fanno più interessanti perchè utili a districare la storia...ma mi rimane poco,..
troppo lungo e prolisso senza motivo! sarebbero bastate almeno 150 pagine in meno, evitando divagazioni eccessive e fondamentalmente inutili ai fini della storia. la scrittura è fluida, ma porta lontano dal punto di partenza...nelle ultime pagine si fa più interessante
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