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Cosa combini, commissario Hunkeler? - Hansjörg Schneider - copertina
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Cosa combini, commissario Hunkeler?
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Descrizione


Uscendo dalla bettola che ama frequentare durante i suoi vagabondaggi notturni, il commissario Hunkeler trova il cadavere del suo vecchio compagno di bevute Hardy, sgozzato e abbandonato su una panchina. Quella di Hardy è la prima di molte figure che emergeranno dalla fitta nebbia di Basilea, una nebbia persistente che nasconde una trama criminale che sembra diramarsi in tutte le direzioni. Come al solito, Hunkeler è in conflitto con i superiori. E come al solito, Hunkeler non riesce a tenersene fuori neanche quando viene sospeso dal servizio. E così i lettori si troveranno a seguirlo per locali non proprio raccomandabili, boschi fangosi ai confini con l'Alsazia e accampamenti nomadi. Cosa c'era nel passato di Hardy che il commissario non ha mai saputo? Cosa c'entra la mafia albanese con la morte della giovane Barbara Amsler? E perché quei simboli ricorrenti del serpente, del falco e dell'aquila? Mentre la sua dolce e solare compagna Hedwig, appassionata di arte moderna, è a Parigi per approfondire la conoscenza di alcuni pittori di quel periodo, Hunkeler finirà suo malgrado per approfondire un capitolo imbarazzante della recente storia svizzera, dove lo zelo del bene sembra aver generato un male non ancora del tutto esauritosi.
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Dettagli

2012
6 dicembre 2012
256 p., Brossura
9788877136442

Voce della critica

Il cadavere di una prostituta in uno stagno, un vecchio strangolato davanti alla Banca Cantonale, un corpo carbonizzato al margine di un bosco, un annegato nella riserva naturale. Non manca niente, sesso, droga, omicidi. E tutto alla periferia di Basilea, al di qua e al di là del confine. È un libro di confine, fra paesi, fra culture, fra lingue, fra utopia sociale e razzismo, fra condizionamenti sociali e trasgressione, fra città e natura, fra rigore della legge e rispetto per gli altri. Il protagonista è la rappresentazione stessa di questi confini, poliziotto allo scollinamento della terza età. La storia si dipana lenta e nebbiosa, proprio come i luoghi, in un'ambientazione vagamente espressionista, fra osterie, postriboli, campagne fangose, bar pericolosamente balcanici nell'operosa Svizzera, personaggi alla deriva della vita e dei tempi. La forza del libro è proprio qui, in un commissario Hunkeler che cerca la verità e cerca se stesso, con zone di resistenza alla Bartleby, ma con un fondo di torpido epicureismo, nel sesso come nel cibo e nel vino. Hunkeler non giudica la pittoresca fauna che lo circonda, è libero, e non perché orina sull'alberello di fronte alla banca, ma perché vuol capire, fuori dai conformismi e dal pregiudizio razziale, le ragioni in gioco. Finirà così per approfondire, suo malgrado, un capitolo imbarazzante della recente storia svizzera, dove fanatismo razzista assieme a malriposto zelo hanno generato un male che non si è ancora del tutto esaurito. È la storia dell'ostracismo agli zingari, in particolare agli Jenisches, e dell'opera di soccorso "Enfants de la grande-route", che, per sradicare il nomadismo, ha sottratto a forza alle famiglie naturali molte centinaia di bambini, finanziandosi con risorse pubbliche e private, da benefattori a dir poco incauti, ma anche grazie alla diffusione nelle scuole di francobolli propagandistici. Insomma, si tratta di un libro al confine anche come stile e contenuti, fra temi di intrattenimento e impegno letterario e sociale. Aldo Fasolo

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