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scheda di Greco, T., L'Indice 1997, n. 7
Della poliedrica e ricca figura di Franco Antonicelli, ancora poco conosciuta al di fuori della cerchia ristretta degli studiosi, si può parlare da più punti di vista. Nel convegno tenutosi a Livorno nel dicembre 1994, le cui relazioni sono raccolte nel presente volume, si mise a fuoco soprattutto l'attività instancabile del comunicatore. Di un intellettuale, cioè, che aveva fatto della diffusione della cultura la sua ragione di vita: ed ecco l'Antonicelli ormai "leggendario" collaboratore dell'editore Frassinelli, che insieme a Pavese introduce in Italia Melville e Kafka e, più tardi, come editore in proprio, scopre Primo Levi; ecco il collaboratore della "Stampa" che commenta i fatti più disparati, fino a tentare una sua "fenomenologia di Mike Bongiorno"; ecco, in una veste poco conosciuta e studiata, ma assai apprezzata a suo tempo, il collaboratore della radio che presenta libri e costruisce favole, o racconta, ai sempre più numerosi abbonati della Rai, la vita di scrittori amati come D'Annunzio e Carducci. Non mancano ovviamente cenni all'attività politica, alla concezione "gobettiana" dell'impegno e dell'azione, dai tempi della presidenza del Cln piemontese all'elezione in Parlamento nelle file della sinistra indipendente. Ma, come deve essere in un'analisi ben condotta, attraverso la ricostruzione delle molteplici attività di Antonicelli è possibile accostarsi ad alcuni aspetti della storia italiana di questo secolo, di storia della cultura innanzitutto, ma pure di storia politico-sociale: interessante, a questo riguardo, il quadro fornito da Isola sulle vicende della radio dalla fine della guerra alle soglie degli anni settanta, con alcuni squarci sui rapporti tra l'influente mezzo di comunicazione, il potere e il popolo. Appare opportuno, dunque, che le relazioni siano state fatte precedere da un'analisi di Tranfaglia sui rapporti tra mass media e politica nell'Italia repubblicana. Il volume contiene poi, insieme ad altri contributi, una presentazione dell'Archivio della Fondazione Antonicelli, che ha sede a Livorno, e una testimonianza di Norberto Bobbio, autore a sua volta di un volume su Antonicelli.
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