Enrico Pieranunzi, grande pianista italiano noto in tutto il mondo per essere uno dei migliori pianisti jazz europei ma anche compositore e arrangiatore, ha qualcosa che difficilmente gli altri musicisti hanno. Le sue melodie, armonie e ritmo sono definite “fuori dal mondo”, propri per la loro unicità. Il suo modo di fare musica è sicuramente il risultato di influenze che si sono susseguite negli anni, dalle sue radici profonde nella musica classica e italiana alle collaborazioni realizzate, prima tra tutti quella con il grandissimo compositore cinematografico Ennio Morricone. Da non dimenticare, nella carriera dell’artista, una delle tappe fondamentale cioè Copenaghen, non solo perché è stato per oltre 30 anni ospite popolare ma perché è lì che nasce, in modo casuale, questo album. Nel dicembre del 1996 prende forma un concerto che vede protagonisti Enrico Pieranunzi, al basso Marc Johson e alla batteria Paul Motian. Con grande fortuna, la loro esibizione viene registrata e i vari artisti sono favorevoli alla pubblicazione di quella che è concretamente la testimonianza di una collaborazione artistica di alto livello e emozionante. Il disco è composto da sei pezzi e sin dal primo brano si ha la conferma della qualità e capacità creative, improvvisative e musicali dei tre artisti. Con un sound ben calibrato e una sinteticità melodico-ritmica, dal blending di profondo lirismo combinato con accelerazioni dagli accenti hard-pop nel momento più opportuno viene pubblicato quello che si guadagna, senza ombra di dubbio, uno spazio nel patrimonio della storia del jazz.)
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