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L'illuminazione elettrica cambia radicalmente la percezione del mondo. Pirandello inverte umoristicamente lo sguardo e, mostrando l'oscurità laddove c'è la luce, vede nell'ombra prodursi gli svelamenti e le larve evanescenti dei futuri personaggi. A punteggiare le sue trame è un lumen opacatum, impastato di tenebre: dentro uno sconfinato «bujo pesto», come i brevi cerchi della lanterninosofia de Il fu Mattia Pascal, affiora la luce tenue dei lampioni, della «lampa ad olio» di Enrico IV, quella colorata dei riflettori o tremula degli schermi luminosi, finanche una «luce verde di miracolo», legata alla visione dell'oltre. Questa metaforica "controluce" pirandelliana è confrontata per la prima volta con i testi dei teorici europei della metropoli, Endell, Simmel, Sombart e soprattutto Benjamin.
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