Il tema della tutela della relazione negoziale è sempre più spesso al centro del dibattito dottrinale e giurisprudenziale e di vari interventi legislativi in Italia e all'estero. Muovendo dall'esigenza di garantire al contratto maggiore flessibilità soprattutto nei rapporti d'impresa, studi condotti in ambito giuridico, economico e sociologico hanno posto in evidenza come il modello contrattuale della tradizione civilistica si sia spesso rivelato poco idoneo a cogliere la complessità delle dinamiche contrattuali e soprattutto la loro evoluzione nel tempo, mentre un modello più compatibile con queste esigenze sembra essere rappresentato dal contratto relazionale. A differenza del modello tradizionale - caratterizzato da tendenziale immodificabilità del contenuto, rigida distribuzione dei rischi e un sistema rimediale sostanzialmente orientato alla dissoluzione del contratto in caso di sopravvenienze e patologie del rapporto -, il modello relazionale è fondato sulla cooperazione delle parti e la tutela della relazione, il ricorso a rimedi prevalentemente manutentivi e conservativi e la condivisione dei rischi tra le parti, fino a conferire ai contratti natura para-associativa. Lo studio si articola quindi in due fasi. Nella prima, si affronta l¿analisi della teoria relazionale e delle sue applicazioni pratiche più riuscite - soprattutto nei sistemi giuridici dell'Estremo Oriente, quali Cina e Giappone, in cui i contratti relazionali trovano ampia diffusione -, allo scopo di verificare la compatibilità del modello con i sistemi della tradizione occidentale. La seconda parte è invece più specificamene rivolta alla ricerca di indicazioni normative in grado di deporre nel senso di una maggiore attenzione del nostro sistema giuridico per la tutela della relazione - soprattutto sotto l'aspetto della protezione degli investimenti - e all'individuazione di soluzioni applicative dirette a favorire una gestione più relazionale del contratto, attraverso l'adeguamento e la regolamentazione del potere di recesso.
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