La contea dei Fiocchi Azzurri

Opera del debutto letterario di David Donna. Confesso che dopo averlo letto, una decina di anni fa, mi ero ripromesso di farne una recensione, ma in tutto questo tempo non riuscivo a scriverla per varie ragioni. Ora, dopo aver letto e recensito il suo secondo libro, peraltro finalista di un Premio Letterario Nazionale, rompo gli indugi e vado al dunque. Estremamente originale, ‘La contea dei fiocchi azzurri’ è un libro profondamente autobiografico e al tempo stesso caratterizzato da continui richiami ai mondi dell’Infanzia e della Fantasia. Si tratta di una raccolta di ventitre racconti – sorprendente per la ricchezza di vocaboli e per la modalità espressiva sui generis - che rappresentano un percorso all’interno del quale lo scrittore raggiunge un vero e proprio stato di grazia. La narrazione viene continuamente impreziosita dalla puntuale elencazione delle emozioni, lo sfondo unificante dei racconti. La predilezione per i due elementi naturali del bosco e della nebbia è coerente con la sua preferenza per le storie cupe, dove tutto può accadere, dai contorni tutt’altro che chiari e appunto per questo suscettibili della più grande libertà di linguaggio. Non vicende lineari, dunque, ma un perenne esercizio di creazioni fantastiche, che disorienta e affascina il lettore. Donna, a partire dal riconoscimento del formidabile valore comunicativo della scrittura, si ritaglia un suo proprio ruolo di Comunicatore fermamente collocato nell’atmosfera Teutonica, in profonda sintonia con un Personaggio del Regno della Fantasia, Peter Pan, il bambino che non è mai voluto crescere e che desidera rimanere infante per l’eternità. In conclusione, questo libro - parte di un percorso letterario che si svilupperà nel tempo – segna la nascita di una identità letteraria ben precisa, contraddistinta da uno stile inconfondibile e da una modalità espressiva unica.