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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Con Il console onorario la casa editrice Sellerio inizia la pubblicazione dei più memorabili romanzi di Graham Greene, maestro che si è espresso nei generi narrativi più diversi – dal thriller, alla storia d’amore, allo spionaggio –, mostrando sempre «che un romanzo serio può essere un romanzo travolgente, che un romanzo di avventura può essere anche un romanzo di idee» (Ian McEwan).
«Il console onorario, con cui Sellerio rilancia i capolavori di Graham Greene, era il romanzo che l'autore preferiva. Un'occasione per rituffarsi nell'universo ambiguo e tormentato del grande scrittore inglese» - Alberto Riva, Il Venerdì
«Greeve scava nell'interiorità dei suoi personaggi, nei loro tormenti, nelle loro ossessioni mentre, a colpi di dialoghi, fa crescere la storia, che parte con lentezza tropicale, fino agli ultimi, sorprendenti capitoli» - Sette
«Il ruolo di uno scrittore è quello di suscitare nel lettore simpatia verso quegli esseri che ufficialmente non hanno diritto alla simpatia» - Graham Greene
Per un errore, Charley Fortnum, console onorario britannico in una lontana località dell’Argentina, è stato rapito dai ribelli paraguayani invece dell’ambasciatore americano. A questo punto i guerriglieri non possono più tirarsi indietro. E Fortnum è così poco rilevante che nemmeno i governi e gli apparati hanno voglia di fare un passo per salvarlo. Nessuno è interessato a prenderlo per quello che è: una persona. Tranne l’individuo dal cui punto di vista, non sempre imparziale, è ricostruita tutta la storia: il giovane medico, mezzo inglese mezzo paraguayano, Eduardo Plarr. Attorno si agita una piccola comunità di persone che hanno conosciuto il console onorario e tutti, anche gli autoctoni, sembrano relitti di un naufragio abbandonati per caso in una terra «troppo vasta per gli esseri umani».Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mi spettavo di leggere una storia di azione fra il thriller e la spy story e invece è un bellissimo, desolato, commovente romanzo d’amore. Amore per una patria spietata, amore per un padre scomparso, amore per una donna indegna, amore per un ideale inutile. E bellissimi sono anche i personaggi così poco romanzeschi, descritti con una chiarezza così cristallina che lascia scorgere quanto sporco c’è, in fondo, in ogni essere umano degno di questo nome (io mi sono innamorata alla follia del protagonista, ottimo e devoto medico ma cinicamente libertino con le donne). Nessuno ha un ruolo definito, nessuno è vittima o carnefice, nessuno è davvero solo eppure lo sono tutti, drammaticamente. E così una storia semplice, ridicola, tutta venata da un sottile e sprezzante umorismo, diventa quella di tutti coloro che, attraversando una dimensione interiore torturata e straziata tanto quanto la geografia dalle dittature che le fa da crudele sfondo, cercano a loro modo di uscirne vivi.
Il capolavoro di Graham Greene. Scrittura asciutta e mai ostentata e nonostante capace di decrivere ogni faccettatura dei personaggi.
In una cittadina dell'Argentina, situata presso il confine con il Paraguay, un gruppo di guerriglieri paraguaiani, che si oppongono alla dittatura del generale Stroessner, rapisce il sessantenne Charley Fortnum, un console onorario inglese, al posto dell'ambasciatore americano. Coinvolto nel rapimento è il giovane medico inglese Eduardo Plarr, ottimo medico, che ha a cuore la salute dei più poveri, ma che è assai discutibile sul piano morale. Plarr si impegna per la liberazione del suo amico Fortnum e intercede presso Leon Rivas, un guerrigliero, suo amico di vecchia data ed ex sacerdote cattolico. Degno di nota è il dialogo teologico che si sviluppa tra i due. Per Leon, ai preti fa comodo attribuire il male all'uomo o a Satana, "ma io non ho mai potuto credere a Satana. E' molto più semplice credere che Dio stesso sia il male. Io credo nel male di Dio, ma credo anche nella Sua bontà... Ci ha fatto a Sua immagine; e dunque il nostro male è anche il Suo male...". Per Leon Dio ha il Suo lato notturno, come pure la luce diurna e, poi, anche Dio è soggetto all'evoluzione e alla fine "noi vedremo in Dio unicamente la luce semplice e diurna del Dio buono". Per Leon anche l'uomo nel suo processo di evoluzione giungerà ad un punto in cui avrà una bontà simile alla bontà di Cristo. Che sia il "punto Omega" di Teilhard de Chardin?
Recensioni
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