Un reportage lungo tre anni che racconta, attraverso le parole di chi sopravvive al femminicidio, gli esiti drammatici della violenza di genere. A vivere le conseguenze del femminicidio sono madri, padri, sorelle, fratelli, figlie e figli. A loro restano i giorni del dopo, i ricordi immobili trattenuti dalle cornici, le spese legali, le umiliazioni nei tribunali, le accuse mediatiche del «se l'è cercata», «era una poco di buono». Sempre più familiari intraprendono battaglie quotidiane: c'è chi scrive libri, organizza incontri nelle scuole, lancia petizioni, raccoglie fondi. Il tutto con l'intento di dimostrare che un femminicidio non può essere attribuito al caso, ma è un fenomeno con radici culturali e sociali profonde, attecchite su un senso di proprietà e di dominio degli uomini sulle donne ancora molto diffuso. Prefazione di Chiara Cretella Postfazione di Patrizia Romito «Un libro straordinario. Uno sguardo che nessuno finora ha avuto il coraggio e la determinazione di volgere» (Patrizia Romito) «Magari state pensando no, ho già abbastanza disgrazie: non ho voglia di ascoltare quelle degli altri. Però ad aiutare quei bambini non saranno i 300 euro dello Stato. che oltretutto non arrivano. Saranno quelli di noi che sapranno nominare la loro storia, senza stancarsi e dargli un posto, senza paura» (Concita De Gregorio) )
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