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Anno edizione: 2020
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Un Magris in prosa poetica in un racconto originale . Si conferma un finissimo scrittore, profondo e dallo stile impeccabile anche nel breve.
La voce narrante è quella di un pescatore che per anni aveva accompagnato la figura quasi mitologica del Conde nelle sue esplorazioni acquatiche “tra la foce del Douro o dell’Ave fino ai paesi di Trás-os-montes”, con una vecchia barca fornita di funi, reti, arpioni e tute di gomma, per riportare a riva i corpi degli annegati, incagliati sul fondo, e seppellirli “in terra benedetta, perché l’acqua è amara di perdizione e distrugge tutto, anche il ricordo”. Morti suicidi, soprattutto: per amore o per fame e miseria, stanchezza di vivere o paura di agonie più dolorose. Tra loro però c’erano anche corpi di naufraghi, persone cadute nel fiume per incidente o distrazione, altri uccisi e gettati nel buio complice e silenzioso delle onde. Il Conde parlava con rispetto di tutti i cadaveri, quando ne raccontava in paese, facendo passare per disgrazie anche le morti volontarie: con particolare pietà ricordava i bambini, che adagiava sul fondo della barca ricomponendoli nei capelli e nelle vesti madide e maleodoranti. Tra il pescatore, il suo nocchiero, i morti e il fiume era sorta un’alleanza solidale e raccolta, che la scrittura di Magris ricrea nel suo cadenzato e lento fluire, nel tono fiabesco del monologo recitato a se stesso dal mozzo del Conde. Ogni tanto l’uomo, che aveva perso in mare anche il padre, si lascia andare a memorie personali, ricostruendo mentalmente i visi delle donne amate e quello, sfigurato dalla stupidità, della ragazza menomata che gli era stata data in matrimonio in sfregio e per scherzo. Oppure si perde in considerazioni più filosofiche, rivolgendosi al cielo, o considerando con amarezza la propria esistenza. Finché un giorno gli succede di ripescare dal fondo fangoso del fiume il corpo di un marinaio aggrappato alla polena della sua nave naufragata: il busto di una donna dal viso dolce e rassicurante, con gli “occhi socchiusi e beati”, che aveva ingannevolmente promesso protezione e salvezza all’equipaggio.
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