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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2013
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“Se Ella non lo dice a nessuno le dirò che non mi piace Parigi ed ho un’antipatia mortale coi Boulevards perché là si trovano amici, nemici, preti, frati, soldati, spie, stocciatori, insomma un po’ di tutto ed io faccio il possibile per evitarli sempre: capisco che sarò strano ma non so che dire! Da un lato solo mi piace Parigi ed è che in mezzo a tanto frastuono mi pare di essere in un deserto. Nissuno si occupa di me.”
Così Giuseppe Verdi scrive il 6 settembre del 1847 alla contessa Maffei per sottolineare ancora una volta come la capitale del mondo moderno, come del resto lui l’aveva definita, per lui non aveva nessuna attrattiva.
Questo non è che un passaggio dell’interessante libro di Raffaele Mellace, dedicato al grande compositore, per ricordarne i duecento anni dalla sua nascita.
L’autore ci propone una rilettura attenta e puntuale della vita e della produzione musicale di Verdi, dando ampio spazio alle molte lettere che il compositore ebbe a scrivere nel corso della sua esistenza, ed attraverso le quali si è spessissimo confrontato con i suoi interlocutori, riconsiderando e riflettendo su ogni passaggio della sua intensa ed operosa vita.
L’attività di Giuseppe Verdi non si è limitata al solo lavoro di compositore, ma ha sempre seguito con attenzione ed apprensione l’andamento della politica italiana tra Risorgimento ed Unità e, con altrettanto interesse, osservava i già rapidi ed importanti mutamenti e trasformazioni sociali di quegli anni.
La prima parte di questo lavoro inquadra Verdi nel suo tempo, nei luoghi e nelle città che vedranno trascorrere la sua vita, a partire dal villaggio delle Roncole, la piccola frazione di Busseto, dove vide la luce il 10 ottobre 1813; si ripercorrono soprattutto le varie città che faranno da sfondo al suo lavoro.
Prima fra tutte è Milano, dove Verdi risiederà dal 1832 al 1901, intrattenendo con la stessa un rapporto vitale e travagliato.
Vi giungerà diciottenne per compiere la propria formazione e vi resterà sino alla sua morte. La città, in quell’occasione manifestò tutto l’affetto e l’adorazione che provava per la sua persona, tanto da trasformare la cerimonia delle sue esequie, il 30 gennaio 1901, in un funérailles d’un Dieu, come ebbe a commentare Filippo Marinetti.
A Milano si intervallarono soggiorni più o meno lunghi in altre città, principalmente a Venezia, che segnerà un ruolo cruciale nella sua affermazione professionale.
Non va dimenticata Roma, che lo vedrà ospite nelle vesti non solo di musicista ma anche di senatore del Regno.
A Napoli arriverà trentenne, nel 1844, a fronte della sua prima scrittura partenopea, al teatro San Carlo. Ed ancora Parigi che, come abbiamo già accennato all’inizio, non conquisterà mai le sue simpatie, e non sentirà assolutamente la necessità di viverci, anche se la città in quel periodo, rappresenta il principale polo d’attrazione, la piazza ad un tempo vivace, dinamica e moderna del panorama teatrale e musicale in Europa. Da ultimo Genova, che oltre a diventare la sua dimora invernale, aveva rappresentato una piazza teatrale importante, ai suoi esordi.
Nel suo lavoro di compositore Verdi è stato un grande innovatore. Il lavoro di musicista di quegli anni è soggetto ad un sistema di regole molto precise, alla quali lui si assoggetta ma cercando, a lungo andare, di portare avanti una serie di novità. Una vera e propria battaglia che Verdi condusse con grande determinazione fu quella di rivendicare per l’autore, la possibilità di esprimere delle scelte rispetto ai testi delle opere, ai cantanti ed ai teatri dove far rappresentare i propri lavori.
Anche nei rapporti con i librettisti Verdi cercherà sempre di far valere le proprie decisioni e cioè come condurre insieme il lavoro, a favore dell’omogeneità e della organicità del risultato finale.
Quando Verdi inizia a comporre, non esistevano i “diritti d’autore”; l’autore veniva pagato solo per la composizione della sua opera e per la prima rappresentazione.
Verdi interviene con determinazione affinchè il diritto del compositore ad ottenere il riconoscimento del suo lavoro venga concretizzato ogni volta che l’opera verrà allestita in Italia ed in ogni altro paese del mondo.
A conclusione vogliamo riprendere un altro aspetto della personalità di questo grande personaggio: la sua generosità.
Tutti ricordiamo la Casa di Riposo per gli Artisti, che Verdi fece edificare a Milano; durante la sua vita comunque Verdi non trascurò mai le necessità di chi lavorava nella sua tenuta di Sant’Agata. Fu sempre attento ai reali bisogni della sua gente cercando di evitare che fosse costretta ad emigrare.
Questi sono soltanto alcuni spunti del libro di Raffaele Mallace che ha inoltre la particolarità di fornisce al lettore una seri di preziosi strumenti d’indagine.
A cura di Wuz.it
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