Due opere in un volume di cm. 16 in legatura coeva in piena con titolo in oro su tassello ed elaborati fregi in oro al dorso. Tagli e sguardie marmorizzate. Qualche brunitura, alcuni restauri a cuffie e cerniere. Uno strappo marginale alle pp. 113-114 della prima opera. Buon esemplare. Comprende: 1) Pierre Jules Dudon, Compte Rendu des Constitutions des Jésuites, cit., pp. 290. Fregio ad arabesco al titolo. Edizione originale, priva di luogo di stampa e di dati tipografici, ma quasi certamente impressa a Bordeaux. Il resoconto è estrapolato dai registri del Parlamento di Bordeaux, presso il quale il Dudon ricopriva l'incarico di avvocato generale del Re. Il Dudon (Bordeaux, 1717-ivi, 1780) perseguì tenacemente il proposito di distruggere la Compagnia di Gesù. 2) Louis René Caradeuc de la Chalotais, Second Compte Rendu sur l'appel comme d'abus, des Constitutions des Jésuites, cit., pp. 160. Edizione originale, anch'essa priva di luogo di stampa e di dati tipografici. Il resoconto è estrapolato dai registri del Parlamento di Bretagna, dove l'autore (Rennes, 1701-ivi, 1785) era Procuratore generale del Re. La sua requisitoria eguaglia in violenza antigesuita quella precedente del Dudon (la Compagnia di Gesù è ritenuta senza mezzi termini "une institution fanatique"). Nel 1761 il Parlamento di Parigi aveva condannato per bancarotta fraudolenta dil gesuita Antoine La Vallette e aveva in seguito ordinato di bruciare pubblicamente le opere di 23 gesuiti, tra cui il Bellarmino, e disponendo la chiusura dei collegi gesuiti. Numerosi altri parlamenti regionali francesi si adeguarono a tale disposizione, che segnò, nel 1762, la cacciata dei Gesuiti dal suolo francese. Le due memorie testimoniano del vento aspramente antigesuita che soffiò in Europa prima dell'abolizione dell'ordine da parte di Clemente XIV nel 1773 (esso venne ricostituito solo nel 1814 ad opera di Pio VII). La Compagnia, in queste memorie, è ritenuta essersi posta in conflitto con la Maestà Divina così come con la Maestà Regia, sostenendo concetti distruttivi per la libertà naturale degli spiriti e delle coscienze e contrari tanto al diritto naturale quanto a quello divino; veniva pertanto sancito l'obbligo per i Gesuiti di dismissione di ogni attività di insegnamento e di allontanamento dal sistema di istruzione.
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