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Come se affrontare la vita come se la si vivesse - invece di rifiutare il concreto e rimanere chiusi in una stanza impegnati nello studio, per sfuggire a quanto già pre determinato e deciso dal padre.
Partito dopo la laurea in storia per la Germania si confronta con il padre sul modo di vivere la religione e non solo di quel paese e le contraddizioni con il Giappone di allora.La contrapposizione tra il pensiero del padre e il proprio non si esprimerà mai ritraendosi entrambi sia personalmente che - prima - nelle risposte alle lettere - risposte mai date a quesiti mai posti. Il "come se" che Hidemaro sposa e accetta - è il suo rifiuto ad una società e ad un modo di pensare che non lo vede allineato e che lo porta ad abbandonare anzi a mai affrontare quella strada che il padre avrebbe voluto per lui
La da poco rinata casa editrice milanese Jouvence offre alla lettura un racconto scritto nel 1912 dal medico e letterato giapponese Mori Ogai, che a fine 800 svolse un importante ruolo nella sprovincializzazione del suo paese, proponendo all'editoria nipponica i più grandi poeti e narratori europei. Questa breve novella, per la prima volta tradotta in italiano, si dipana con piana lentezza, quasi ad accompagnare lo stato mentale del protagonista, il giovane Hidemaru, figlio del visconte Gojo, funzionario di corte. Dopo essersi laureato in storia, il ragazzo parte per completare gli studi in Europa, e a Berlino trova terreno fertile per le sue riflessioni, indirizzate soprattutto all'indagine filosofica e metafisica. Tornato a Tokyo, Hidemaru vive un profondo disagio interiore sia nei confronti della società (formale e arretrata culturalmente) sia nei confronti dell'autorità paterna, con cui non riesce a stabilire alcun dialogo, rifiutandone i valori morali e le ambizioni di carriera: "Hidemaro e suo padre, nelle loro conversazioni, continuavano a fronteggiarsi come due eserciti ostili, che, da entrambe le parti, inviavano la propria pattuglia; e ogni volta che una di esse riconosceva le ombre dell'altra, si ritirava lontano, per poi ritornare". Il giovane si chiude così in un isolamento che lo conduce presto a una sorta di fanatismo intellettuale, e alla negazione di ogni fede, di ogni verità stabilita, per approdare a un relativismo totale. Decide quindi di vivere "come se": adeguandosi esteriormente al credo paterno e alla filosofia spicciola di chi lo circonda, ma rassegnandosi a una vita di sprezzante isolamento: "Era come se sopra la sua coscienza si fossero venute a formare delle cristallizzazioni cresciute attorno ad un granello di polvere fluttuante in un liquido. Erano questi grumi neri che, accumulandosi, gli ristagnavano nell'encefalo e gli facevano d'impedimento alla sua impresa, non permettendogli in alcun modo di svilupparsi".
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