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Anno edizione: 2002
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Trudi è una bambina tedesca che accetta a fatica la sua disabilità (è nata nana) e nel mentre scoppia la seconda guerra mondiale. Storia bellissima che insegna l'importanza di amare se stessi, in ogni condizione
Per me questo libro è stato sopravvalutato!! le prime 200 pagine sono lunghe e poco scorrevoli...molti i nomi..i personaggi che si intrecciano....carine le ultime 300 pagine...ma nn lo trovo così eccezionale come ho letto in molti commenti. Diciamo che non è stato facile finirlo!consigliato solo a chi ha la pazienza di aspettare...
Non superlativo come il primo ma ugualmente bello.
Recensioni
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"Le storie crescevano e cambiavano mentre le metteva a punto, cercando di capire fin dove potevano arrivare, quanto si poteva aggiungere e quanto no, ma tutte nascevano da un nucleo autentico, fatto di ciò che lei sapeva o intuiva delle persone. E non è che lei inventasse, piuttosto ascoltava attentamente se stessa."
Com'è il mondo visto con gli occhi di chi non ha la fortuna di essere "normale"? E come può essere la storia della Germania nazista raccontata con le parole e il punto di vista di chi ne vede gli orrori possibili gettare ombra sulla propria pelle? Come può crescere e diventare adulta un piccola donna infelice sin dall'infanzia, desiderosa di uniformarsi, di confondersi con gli altri e continuamente frustrata dalla realtà? Crescere con la consapevolezza di essere affetti da nanismo è un'esperienza quasi inimmaginabile. Eppure l'autrice è riuscita a farci penetrare nell'intimità del sentimento e del dolore di una ragazzina che diventa donna con questo forte handicap e in un periodo storico difficilissimo per la sua nazione. Piano piano entriamo a far parte della sua difficile esistenza, conosciamo la madre, una donna tormentata che la rifiuta appena si accorge della sua diversità, riesce a avvicinarsi a lei per un breve periodo e poi ricade nei suoi tormenti esistenziali fino alla follia e alla morte, lasciandola sola, bambina, ad affrontare l'incerto futuro che l'aspetta. E conosciamo il padre. Fortunatamente sin dai primi giorni di vita, Trudi, questo è il suo nome, può contare sulla fondamentale figura del padre, Leo Montag, punto di riferimento costante sia affettivo che morale. È il padre che funge da tramite tra lei e la madre e sarà lui a svolgere la medesima funzione tra lei e la società, anche attraverso la piccola biblioteca che gestisce. Ma la grandezza di Trudi sta nel riuscire a crescere, malgrado tutto, da sola. La sua forza sta nell'intelligenza e nel coraggio. E l'eccezionalità della scrittrice sta proprio nella capacità di raccontarci questa vicenda, così intensa e drammatica, così triste in alcuni momenti, senza minimamente opprimere con una forma di narrazione "angosciosa", che poteva insinuarsi subdolamente tra le righe e prendere poi il sopravvento. Il personaggio di Trudi, che con il suo aspetto sgradevole poteva suscitare solo rifiuto, allontanamento, derisione, si trasforma invece in una sorta di confidente, di conservatrice di storie e di fantasie, se non, materialmente, custode di memorie collettive raccontate nelle pagine dei libri messi al bando dal regime nazista e nascosti amorevolmente in collaborazione con il padre, in attesa di tempi diversi. Trudi elabora storie e racconta, a sé e agli altri, le sue fantasie, sempre basate su principi di verità. E cresce in lei la consapevolezza di essere diversa anche intellettualmente da questo universo rigido e brutale che la coinvolge, dallo spirito nazista e dalla forza delle regole che la Germania vuole trasmettere al mondo. Regole che lei non accetta, irregimentazioni che rifiuta e rifiuterà sempre per essere libera di pensare e di dire tutto ciò che desidera e di essere differente da tutti gli altri, ma libera di vivere.
In una bella intervista a Natalia Aspesi per La Repubblica, l'autrice racconta: "Nel mio romanzo precedente (Floating in my mother's palm non ancora tradotto in italiano) la protagonista era una bambina nella Burgdorf della fine degli anni '50, che viveva le mie stesse esperienze infantili, e Trudi non era che un personaggio secondario. Poi cominciò ad ossessionarmi, assieme al bisogno di sapere di più e di raccontare i tempi che non avevo vissuto, la Germania dimenticata. E un essere da tanti ritenuto mostruoso, mi parve il personaggio più adatto a far rivivere i tempi mostruosi, quelli in cui essere diversi, per esempio ebrei, o appunto malformati, come Trudi, era una condanna a morte."
A cura di Wuz.it
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