Questo racconto vuole essere la testimonianza di una storia d'amore vissuta ai tempi della Seconda guerra mondiale, la storia dei nonni dell'autrice: Zina e Gianfranco. Il loro matrimonio è durato poco più di sette anni, quattro dei quali Gianfranco li ha trascorsi al fronte da cui non ha più fatto ritorno. Fin da bambina l'autrice ha sentito il forte desiderio di far conoscere l'amore di questi eroi silenziosi, che a modo loro sono riusciti a vivere intensamente un matrimonio "per corrispondenza" grazie alle moltissime lettere e cartoline che si spedivano. Gianfranco fu catturato dopo l'8 settembre 1943 e internato in un campo lavoro nei pressi di Berlino dove morì per il pesante sfruttamento fisico che l'aveva ridotto a una larva umana. Zina non si è mai risposata e per tutta la vita ha parlato di lui alle figlie, ai nipoti, alle amiche; al punto che l'autrice stessa non ha mai pensato, nemmeno una volta, di avere avuto solo una nonna. I suoi racconti rendevano Gianfranco una presenza "invisibile" ma tutt'altro che estranea, insomma, un nonno speciale sempre al loro fianco.)
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