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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 1999
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Thomas Cahill pur di sostenere la sua tesi della primazia degli ebrei non trascura di falsificare il lavoro di tutti gli storici ed archeologi che hanno studiato, analizzato e relazionato sull'epoca che - senza prove storiche - dovrebbe corrispondere ad Abramo e successori. Afferma e smentisce che la tribù di Abramo era sumera o fa credere che i Sumeri fossero semiti; inventa una vaga giustificazione ad un incredibile Dio che si diverte a comandare ad Abramo di sgozzare Isacco e poi, suspence, manda un angelo a fermargli la mano; giustifica con allegra leggerezza un Dio che distrugge due città col fuoco, Sodoma e Gomorra, uomini e donne, vecchi e bambini - noi lo chiamiamo genocidio - l'Onnipotente ci fa credere che quei cittadini siano TUTTI sodomiti, anzi, per provocarli vi manda due angeli travestiti da belli ed appetibili giovanotti; Cahill apprezza Lot che, per salvarli, è disposto ad offrire allo stupro ed alla violenza due figlie vergini giovinette; e bravo quel Dio che - mago - tramuta un ina statua di sale una curiosa donna che si volta a guardare il forno crematorio per i sodomiti vivi - i nazisti, prima, li ammazzavano col gas - . Una generazione dopo Cahill ripesca con ammirazione dalla Bibbia un Dio che trascorre una notte a "lottare" con Giacobbe, neanche gli dei omerici arrivano a tanto. La falsificazione storica, parte tratta dalla Bibbia e parte esaltata da Cahill, descrive un improbabile Giuseppe, ignoto a tutti gli storici e documenti dell'epoca, che diventa "visir e comandante in seconda" per aver divinato i sogni di un Faraone "abbastanza intelligente" "assai probabilmente un Semita". Passa quindi, Cahill, ad un terzo Faraone biblico, che lui individua in Seti I°, a cui lo scrittore biblico pare "non volesse concedergli neanche quel minimo di dignità". Seti I°, che la storia ed i documenti ricordano come uno dei più importanti politici, amministratori e capi di stato dell'Egitto. Proseguite voi, leggete Cahill e riflettete.....
Si tratta di un libro assai interessante in quanto la questione dell'unicità ebraica, viene trattata nei suoi aspetti di fondo. È un libro che apre a profonde riflessioni specie quando l'autore fa il paragone tra il precedente destino cui la Ruota dava un'incessante ripetitività della vita (in cui ogni cosa che accadeva era "un dono divino") fino ad arrivare alla "rottura" con questa visione del mondo, da Abramo in poi. La novità, consiste nel trattare eventi storico-biblici con l'occhio indagatore delle novità portanti date dalla nuova visione ebraica. Indispensabile per chiunque voglia approfondire gli aspetti dell'ebraismo.
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