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Lo stile divulgativo (che l'edizione italiana sottolinea tramite il titolo e la grafica di copertina) non deve trarre in inganno. Per buona tradizione (francese e anglo-americana), a spiegare la scienza ai non specialisti sono gli scienziati stessi, non i giornalisti (Italia...). In questo libro, ciò che viene descritto in modo estremamente efficace è la COMPLESSITA' dell'oggetto DNA -- con buona pace di Monod, secondo il quale i contorti avvolgimenti del filamento a doppia elica erano un risultato automatico e unideterminato. Come unica pecca: gli autori sono evidentemente più genetisti che paleontologi, visto che si riscontrano delle imprecisioni proprio sull'argomento dinosauri.
Recensioni
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recensione di Tozzi, M., L'Indice 1998, n. 5
Immaginate di voler disegnare un dinosauro: a prima vista non sembra un'operazione tanto difficile. Quando leggete i libri di Crichton o andate a vedere i film di Spielberg tutto sembra così facile e così maledettamente vero che disegnare un dinosauro potrebbe apparire come l'operazione più facile del mondo. Invece molto di quanto è esposto in "Jurassic Park" o nel "Mondo Perduto" non solo è frutto delle fervide fantasie degli autori, ma è altamente speculativo, impossibile da concepire scientificamente e - "dulcis in fundo" - pieno di errori. Niente di male, è cinema, "fiction*, peccato che lo si ammanti di una parvenza scientifica, pure intessuta di considerazioni e informazioni "veritiere", operazione ancora più pericolosa e insinuante perché mescola teorie e fatti acclarati con ipotesi e correlazioni false, ma illuminate dalla "verità" delle prime. Intendiamoci, commistioni di scienza e fantascienza sono la struttura portante di certa letteratura, ma leggendo il libro di De Salle e Lindley - due personalità scientifiche di assoluto rilievo, direttore del Museo di storia naturale di New York il primo, per lungo tempo direttore di "Nature" il secondo - siamo in grado di discriminare quanto c'è di inattendibile in opere che, di primo acchito, sembrano quanto di più scientifico e naturale esista al mondo. Mettiamoci allora di buzzo buono a rivedere tutti i procedimenti che - in realtà - potrebbero permettere oggi la costruzione in laboratorio di un dinosauro e confrontiamoli con quanto mostrato in film e libri. Intanto cerchiamo il Dna del dinosauro giurassico (chissà perché, visto che la maggior parte di quelli mostrati è cretacica), ma scordatevi di farlo dal sangue di una zanzara che ne abbia punto uno perché trattasi di operazione ciclopica che richiede fortissime dosi di fortuna e generazioni di ricercatori a disposizione. Ma anche ammesso che si trovi l'insetto giusto, l'estrazione del Dna risulta complicata e molto, molto costosa, anche in virtù del fatto che non si sa bene cosa cercare: è facile avere idee brillanti, altro è farle funzionare in pratica. In ogni caso sarà difficile avere una sequenza completa e ordinata del Dna di dinosauro: si dovrà, in altre parole, ricomporre i pezzi mancanti aiutandosi come si può. Nel film si usano frammenti di Dna di rana, ma gli autori ci fanno capire come sarebbe stato meglio in ogni caso utilizzare uccelli - parenti molto prossimi dei dinosauri - prima di vedere comunque fallire il tentativo. Anzi, a ben guardare, una specie di retroselezione a partire dagli uccelli attuali avrebbe più possibilità di riportarci ai dinosauri che non il ricostruirne uno a partire dal Dna mancante ritrovato in qualche insetto amberizzato. Ci sono poi altri problemini: per esempio in che tipo di uovo impiantare il materiale genetico da noi selezionato dopo vari e fortunati tentativi? Per le ragioni di cui sopra forse uno struzzo potrebbe servire all'uopo, ma il problema è che mentre siamo sicuri che dal genoma si arriva all'animale, non si sa bene come ciò accada. Nonostante tutto, però, siamo arrivati a sentire un ticchettio sospetto da dentro il nostro uovo: ecco che ci appare un piccolo di dinosauro, ma di quale specie? Se è un pacifico apatosauro non ci morderà appena fuori, anche se vorrà comunque mangiare: già, ma cosa gli si deve dare? E se anche dovesse adattarsi a cibarsi di piante simili alle nostre, cosa faremo se cadrà malato? Come gli amerindi al tempo delle colonizzazioni occidentali, così i dinosauri sarebbero ipersensibili a malattie sconosciute al loro patrimonio genetico e la selezione naturale sarebbe elevatissima (anche perché chissà quali aspirine si usavano nel Giurassico). E se cresce? Lo liberiamo a Villa Borghese o al Parco Lambro? E, soprattutto, se non si tratta di pacifico apatosauro, ma di tremendo "Tyrannosaurus Rex"? Tra gli "errori" di film e libri alla moda, teorie del caos e ipotesi di clonazione, De Salle e Lindley ci conducono per mano in un avvincente racconto narrato in una chiave semplice e con uno stile ironico e accattivante.
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