L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2017
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Perissinotto fa leva sulla sua immensa capacità di narratore, per raccontare una storia umana e sociale che ha segnato il recente passato e che caratterizza il nostro presente. Il tutto in una Torino protagonista, nel bene e nel male. Non un capolavoro, ma sicuramente da leggere.
Primo anche per me...piacevole sorpresa. Indubbiamente ben scritto, perfetto il parallelo tra periodi storici diversi, avvincente il giusto e finale meno scontato del previsto. Romanzo godibile, certo non un libro indimenticabile ma sicuramente promosso
A mio avviso l'architettura del libro prevede da una parte i cattivi (che stanno nella supposta sezione giusta della società) e dall'altra parte i buoni (che stanno nella sezione sbagliata). Allora i cattivi mi sembrano essere una caricatura stereotipata; perché sono stupidi e crudeli fino in fondo. Non perseguono un obiettivo di rendimento aziendale di superamento di una crisi produttiva, ma sono ontologicamente in contrasto con la classe operaia perseguendo un fine di umiliazione e persecuzione della stessa. Ma ancora i cattivi amano ed hanno un gusto perverso per l'arma vista come un infantile e fascista modo di affermazione della propria personalità ovviamente perfida. E anche la rottura matrimoniale nei cattivi è frutto di appropriazione di un bene borghese, la ragazza giovane in sostituzione e non la trasgressione figlia della passione; ragazza che fra l'altro essendo compagna dei cattivi rincorre anch'ella valori freddi e vuoti. Che dire poi dei rapporti genitoriali fra cattivi: sono anaffettivi e borghesi. D'altra parte i buoni sparano, ma siamo portati a giustificarli se giudicati nel contesto in cui le vicende sono inserite. Ovviamente per i buoni le regole sono diverse il rapporto con le armi non è un antivalore, ma strumentale ad un'affermazione della propria posizione di lotta, ed ancora, la violenza non è qualificabile come tale, ma diventa una sana rivendicazione, un diritto naturale irrinunciabile; nei buoni i rapporti tra padre figlio e i rapporti personali sono improntati alla lealtà e schiettezza, privi di artificiosità, e così via. Ora tutto questo mi è sembrato forzato e frutto ideologico che mal si attaglia ad un'analisi serena di un contesto sociale difficile. E veniamo alla storia, mi sembra un po' confusa, abbastanza surreale, quasi a rafforzare la demenza del protagonista Guido proiettato in un'altra dimensione e stupidamente inconsapevole; ciononostante avrebbe un suo gusto, ma poi scema un po' nel finale che mi sembra forzato e banale.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore