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Come hanno dimostrato le iniziative promosse per il centenario della nascita dei Rosselli, la storiografia contemporanea ha definitivamente affrancato l'immagine di Nello Rosselli da quella riduttiva e deformante del "fratello minore", restituendo alla sua figura, non più indagata soltanto in rapporto a quella di Carlo, ben altra complessità e spessore. Ne è testimonianza questo libro in cui vengono raccolti gli atti di un convegno di studi promosso nel corso del 2000 dalla milanese Società umanitaria. In esso l'immagine, un po' stereotipata, dell'uomo di studi, tutto compreso nelle sue ricerche archivistiche, lascia il posto a quella di un intellettuale moderno, blochianamente curioso delle cose e degli ambienti con cui viene di volta in volta in contatto. I suoi poliedrici interessi culturali ci appaiono tutti chiaramente connessi con la volontà di comprendere il proprio presente per agirvi consapevolmente: da quello dimostrato negli anni giovanili per l'ebraismo e per i problemi della comunità ebraica italiana, cui, pur da una prospettiva laica, sentiva di appartenere, alla sua stessa passione per la pittura. Dipingere per Rosselli non è infatti soltanto un diletto o un rifugio per i momenti di amarezza e delusione. É soprattutto uno strumento per osservare il mondo che lo circonda. Oltre che un'occasione per allacciare nuovi e significativi sodalizi umani, intellettuali e politici, come quello con Carlo Levi e il Gruppo dei sei. Un Nello Rosselli a "tutto tondo", dunque, in cui interessi culturali, vita affettiva, ricerca storiografica si chiarificano come intimamente legati fra loro e strettamente connessi con il suo antifascismo. Una scelta, quella di opporsi al regime attraverso il proprio lavoro intellettuale, rimanendo in Italia, e rifiutando ogni compromesso, altrettanto radicale di quella del fratello Carlo.
Cesare Panizza
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