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Quando i problemi sono profondamente interconnessi - come è tipico delle dinamiche ambientali - anche i metodi per affrontarli devono essere concepiti in modo integrato, poiché proprio dall'efficacia della loro integrazione nasce la portata e la forza delle soluzioni.
Che le azioni mirate a contrastare il riscaldamento globale e il cambiamento climatico risultino utili anche per la salvaguardia della biodiversità non è immediatamente intuitivo. Così come non è ovvio che meccanismi di mercato opportunamente regolati possano servire alla protezione delle foreste. Oppure che l'abbattimento delle emissioni possa avviare processi di efficienza energetica a basso costo nelle economie del primo mondo, e contemporaneamente restituire dignità e migliori condizioni di vita a popolazioni marginalizzate.
Gli autori di CO2 e biodiversità analizzano, scompongono e ricombinano le diverse facce della realtà del "dopo Kyoto", affrontando alcune contraddizioni emerse dal Protocollo e dalle successive Conferenze delle Parti. Contraddizioni che sono frutto dei giochi di potere dei "grandi" governi del mondo, gli stessi che, sospendendo la firma, hanno portato all'attuale fase di stallo.
Il volume affronta il tema delle emissioni di CO2 e del loro "immagazzinamento", con particolare attenzione alle foreste e all'agricoltura dei paesi tropicali. Si indagano le potenzialità della riforestazione, dell'agricoltura sostenibile e della "deforestazione evitata", mettendo in evidenza che tutti e tre i filoni possono avere un ruolo cruciale nel controllo delle emissioni, mentre solo il primo è oggetto di finanziamento nell'ambito del Protocollo di Kyoto.
Un nutrito gruppo di ricercatori di fama mondiale, integrando discipline diverse, lancia idee e argomenti concreti per una soluzione possibile delle alterazioni climatiche. Tenendo in conto le esigenze di sopravvivenza e sviluppo di entrambi gli emisferi del pianeta.
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