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La città chiusa. Storia delle teorie urbanistiche dal Medioevo al Settecento
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Dettagli

1992
10 febbraio 1992
274 p.
9788831756235

Voce della critica


scheda di Vignozzi, A., L'Indice 1997, n. 1

In un momento in cui l'urbanistica sembra proporsi un'insistita riflessione sia sulla natura del proprio ruolo operativo che sulla struttura del proprio assetto disciplinare, risulta utile interrogare la storia alla ricerca di un più circostanziato inquadramento del rapporto tra modalità di trasformazione dell'ambiente costruito e sviluppo delle teorie sulla città. Nell'ottica di una siffatta riflessione, questo volume propone un'ampia carrellata sulla storia del pensiero urbanistico lungo l'arco temporale compreso tra la caduta dell'impero romano e l'affermazione della società industriale. L'indagine, stimolante quanto variegata, si avvale di materiali molteplici, affiancando al consueto repertorio trattatistico resoconti di effettive trasformazioni fisiche, descrizioni di viaggiatori e letterati, notizie sugli statuti delle città, frammenti di teoria urbanistica, desunti da testi di altra natura. L'esposizione si articola in corrispondenza a tre fasi fondamentali dell'evoluzione del pensiero urbanistico: quella medievale, in cui lo spazio fisico, in ottemperanza ai dettami della teologia, viene considerato in quanto riflesso o metafora della "civitas dei"; quella rinascimentale, in cui l'ossessiva riproposizione di modelli geometrici, impostata su una ritrovata centralità dell'uomo come soggetto pensante e operante, privilegia comunque una ricerca di valori e significati astratti; quella premoderna, in cui l'illuministico ottimismo sulle opportunità di riconfigurazione collettiva dell'ambiente costruito si scontra con le "impasses" individualiste insite nell'affermarsi del concetto di "gusto". La trattazione denuncia una certa sproporzione tra le parti, con un progressivo snellimento man mano che ci si avvicina alla conclusione; il pregio maggiore pare comunque riposto nella precisione del linguaggio e nella proprietà delle valutazioni, mentre si avverte la mancanza di una vera e propria tesi interpretativa. Seppur affatto sprovvisto di illustrazioni, il testo risulta comunque sempre gradevole e di scorrevole lettura, a dispetto della complessità delle considerazioni svolte.

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