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Dettagli

2022
Tascabile
28 giugno 2022
468 p., Rilegato
9788804744184

Descrizione

Manhattan: uno studente si accorge di non ricordare chi è, da dove viene e persino come si chiama. Riesce però a sentire il cuore pulsante della città.
Bronx: la direttrice di una galleria d'arte scopre strani graffiti sparsi per la città, così belli e intensi che sembrano parlarle.
Brooklyn: una madre single capisce di poter udire il canto della città, che segue il ritmo dei suoi tacchi Louboutin.
La città è viva, e sta chiamando.

COME COMINCIA
Canto la città.
Città del cazzo. Sono sul tetto di un edificio in cui non vivo e allargo le braccia e contraggo l'ombelico e ululo idiozie al cantiere che mi blocca la vista. In realtà canto al panorama della città che non si vede. La città lo capirà.
È l'alba. Sento i jeans appiccicosi per l'umido, o forse è perché non li lavo da settimane. Ce li ho i soldi per la lavanderia a gettoni, ma non un paio di pantaloni di riserva da mettere mentre vengono pronti. Magari li spenderò per altri pantaloni al Goodwill in fondo alla strada, allora... ma non subito. Prima devo lanciare il mio AAAAaaaaAAAAaaaa (respiro) aaaaAAAAaaaaaa e ascoltare l'eco che ritorna da ogni facciata di ogni edificio intorno a me. Nella mia testa c'è un'orchestra che suona l'Inno alla gioia con un ritmo da Busta Rhymes. La mia voce li sta soltanto mettendo insieme.
«Chiudi quella cazzo di bocca!» grida qualcuno, così faccio un inchino e mi ritiro dalla scena.
Ho già la mano sulla maniglia della porta sul tetto, ma mi volto con la fronte aggrottata e resto in ascolto, perché per un momento sento qualcosa di remoto e intimo allo stesso tempo che canta in risposta, con la profondità di un basso. Timido, direi.
E da ancora più lontano mi arriva qualcos'altro: un ringhio dissonante che cresce. O forse sono i latrati delle sirene della polizia? Niente che mi piaccia, comunque. Me ne vado.

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 4/5
(1)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Nonostante la complessità e la peculiarità, l'autrice ha una prosa molto chiara e riesce sempre a descrivere in maniera precisa quello che sta succedendo, a fare comprendere che cosa stia accadendo. Ho apprezzato molto il fatto che si sia dato rilievo a minoranze che molto spesso sono dimenticate, non viste, escluse, mentre qui diventano veri e propri protagonisti. Ma a un certo punto è diventata forzata la contrapposizione tra la multiculturalità di New York, l'incisività e la bellezza del diverso, rappresentata tra queste minoranze, e il razzismo, la misoginia, la xenofobia e violenza rappresentata da bianchi, per lo più ricchi. Ciò che più di tutto mi ha fatto storcere il naso è stato il fatto che i "buoni" fossero solo minoranze mentre i "cattivi" fossero solo uomini o donne bianchi, probabilmente etero e cis. Sono una generalizzazione e una superficialità spaventose che possono benissimo cadere nel razzismo, sicuramente lasciano intendere una buona dose di pregiudizi e ostilità a prescindere, che distorce tutto il messaggio. Da un romanzo che cerca di dare importanza alle minoranze, non mi aspetto una cosa del genere. La parte finale non mi ha convinta: molto più accelerata, raffazzonata e troppo veloce, Dopo un'ampia introduzione dei vari personaggi con le loro peculiarità, le loro difficoltà e le loro capacità, la questione viene risolta in poche pagine, in una maniera quasi banale e fumettistica. Altra cosa che mi ha lasciata perplessa è Staten Island: il suo comportamento è comprensibile fino a un certo punto e mi è sembrato forzato o cucito in maniera troppo precisa e lineare, al punto da risultare macchiettistico, banalizzato e pieno di pregiudizi.