Javier ha felicemente attuato la sua “decrescita felice” da alcuni anni, trasferendosi dalla nativa, caotica Madrid alla tranquilla costa valenciana. La sintonia con tali luoghi è tale che è persino divenuto, moderatamente, supporter della squadra di calcio del Valencia, tradendo così anche il proprio passato madrilista con il Real. La passione calcistica e una collaudata simpatia per l'Italia gli hanno fatto programmare un viaggio a Bergamo per assistere all'incontro degli ottavi di finale di Champions League, in programma tra la sua squadra e la bergamasca Atalanta. Un'occasione intrigante anche per rivedere il suo amico italiano Michele, un toscano tifoso dell'Atalanta, trapiantatosi per lavoro in Lombardia con un percorso opposto al suo, di “crescita felice”. Michele nella corrispondenza con l'amico spagnolo si diverte dissacratoriamente a storpiare il nome della competizione internazionale, italianizzandolo in “Ciempions!”. Alla vigilia della partenza per l'Italia, i placidi e rilassati ritmi di Javier sono turbati da non previsti elementi destabilizzanti. La sua salute di ferro inizia improvvisamente a vacillare, con una sintomatologia debilitante sia fisicamente che mentalmente. Una circostanza che gli desta preoccupazione anche alla luce delle notizie che giungono in Spagna su di un misterioso virus proveniente dalla Cina, che presenta parecchie analogie con i suoi sintomi. Contemporaneamente, il suo riposo comincia a essere sistematicamente turbato da un'interminabile serie di sogni inquietanti, che sembrano usciti dalla fantasia di qualche sceneggiatore dalla creatività tanto fervida quanto angosciante. Il suo equilibrio psicofisico sembra destinato a essere messo a dura prova da qualcosa che ha per lui dei contorni che rimangono a lungo misteriosi. Ma spesso non tutto è nella realtà così come appare nella propria mente ingannatrice.
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