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Anno edizione: 2021
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Una bellissima commedia partenopea piena di avventura, la storia di due indimenticabili protagonisti e della loro improbabile e meravigliosa amicizia.
Napoli, 1947. Un solo uomo si fa avanti per riportare nel capoluogo partenopeo il tesoro di san Gennaro che è stato nascosto a Roma durante l'ultimo conflitto bellico. Vale più di quello della regina d'Inghilterra. L'uomo si chiama Giuseppe Navarra e ha fatto i quattrini, e tanti, con la borsa nera e i traffici illegali. Tutti lo conoscono come il re di Poggioreale. A fargli da scorta viene eletto Stefano Colonna di Paliano, un nobile vero, vicepresidente della Deputazione, l'antica istituzione che dal 1527 garantisce il rispetto del contratto tra Gennaro e il suo popolo. È l'uomo giusto al momento giusto. C'è un solo problema. Ha più di ottant'anni. In missione per conto del santo, sulla Lancia che fu di Mussolini, con le casse del tesoro a bordo, il "re" e il "principe" affrontano un viaggio di ritorno che si rivelerà più lungo e contorto del previsto. Incroceranno gente stramba e disperata che abita all'ombra dei campanili nei paesi devastati dai bombardamenti, in un'Italia dove la legge è scomparsa, la fame la fa da padrona e la gente non vuole arrendersi. Intanto a Napoli nessuno sa più niente di loro. Un ufficiale dei carabinieri, il capitano Fornero, inizia a sospettare che dietro la scomparsa dei due ci sia un piano criminale di Navarra per ammazzare Colonna e impadronirsi del tesoro. Scatenerà così una vera e propria caccia all'uomo. Dopo aver raccontato l'epopea della costruzione dell'Autostrada del Sole e le gesta dell'eroico Rodolfo Siviero durante la guerra, Francesco Pinto, senza nulla togliere all'esattezza della ricostruzione storica, passa a toni più leggeri e divertenti: perché Ci manda san Gennaro è una bellissima commedia partenopea piena di avventura, la storia di due indimenticabili protagonisti e della loro improbabile e meravigliosa amicizia.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Spinto dal tema e dal titolo, mi sono accinto a leggere il romanzo di Francesco Pinto, autore di cui non conoscevo gli scritti. La trama, che si svolge nel 1947, ci racconta che l'improbabile coppia composta dal re di Poggioreale, Navarra, che ha fatto i soldi con la borsa nera ed i traffici illeciti, e dal nobile Colonna, vicepresidente della Deputazione, l'organismo che disciplina i rapporti di San Gennaro con la sua città, si offre di recuperare il tesoro di San Gennaro, nascosto a Roma durante gli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Sarà quindi un viaggio pieno di peripezie, eventi, ed incontri interessanti con le più disparate personalità, in un' Italia ancora segnata e piegata dalla guerra, in grandissima difficoltà nel momento in cui occorre ricostruire società civile, e, con essa una disastrata nazione. Nonostante il tema e la trama incuriosiscano non poco il lettore, allo sviluppo il testo, a mio avviso, risulta essere molto debole e troppo 'costruito', non presentando alcun colpo interessante, muovendosi in segmenti dalla troppa linearità, facendo giungere il lettore alla fine del libro con la considerazione che in definitiva sia successo ben poco. I personaggi complementari sono assolutamente stereotipati (il bambino povero, la nobile 'fuori dal tempo', il criminale, gli sposini ecc.), non aiutati dalla fugacità e brevità delle proprie apparizioni, nè i personaggi principali, Navarra e Colonna, sembrano essere degni di personalità definite, articolate e strutturate, anch'essi troppo assimilabili a stereotipi già mille e più volte visti, o meglio, letti. In ultimo, anche la ricerca della battuta o della situazione che vira verso la comicità o piacevolezza della situazione, sembra essere sempre costruita a tavolino, artificiosa ed artificiale, ben lontana, salvo alcuni buonissimi spunti che qui e là pur si trovano, dai grandi romanzieri del genere. Buona idea, qualche buono spunto, ma risultato piuttosto scialbo, Autore da rivedere più centrato.
Recensioni
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