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2015
Tascabile
7 maggio 2015
361 p., Brossura
9788817081504

Descrizione

Vincitore del Premio Strega 1990

«Le passioni, le colpe, i delitti dell'umanità, qui restano fissati per sempre»Carlo Bo

«Un libro memorabile»The Times Literary Supplement

Nel 1610 Zardino è un piccolo borgo immerso tra le nebbie e le risaie a sud del Monte Rosa. Un villaggio come tanti, sembra, ma che in realtà racchiude una storia incredibile. Quella di una donna, Antonia, una trovatella cresciuta nella Pia Casa di Novara, scelta da due contadini e portata in paese, dove cerca di vivere nella fede e con semplicità, come le hanno insegnato le monache. Ma la ragazza è strana, dice la gente. Con quegli occhi scuri, con quella pelle scura, come i capelli... bella, troppo bella, e forse troppo indipendente... una volta è persino svenuta al cospetto del vescovo Bascapè: qualcosa di strano ci deve essere, in lei, qualcosa di diabolico. Vassalli riporta alla luce una vicenda clamorosa, la tragica vita di Antonia, "la strega di Zardino", esplorando gli angoli più oscuri di un secolo senza Dio e senza Provvidenza, in un turbine di menzogne e fanatismi di un anfratto paradossale, e spaventosamente attuale, della nostra storia italiana.

Valutazioni e recensioni

4,4/5
Recensioni: 4/5
(46)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Un romanzo che ha quasi del saggio storico; è infatti innegabile la ricerca che ha compiuto l'autore per scrivere questa storia. Una storia densa di significato, che mostra uno spaccato della cultura del '600 ma che a tratti non è poi troppo lontana dalla nostra. In alcuni punti ho trovato la narrazione un po' lenta e ridondante, ma è certamente un ottimo romanzo e ne consiglio la lettura.

Recensioni: 5/5

Ridondante e molto lento da leggere.. mi ha molto delusa

Recensioni: 5/5

Bellissimo romanzo storico, un affresco che ricostruisce la vita nei villaggi della pianura novarese del 600: si tratta di un mondo che non c'e più, ma la cui esistenza non dovrebbe essere ignorata da coloro i quali vivono oggi nelle stesse zone. Vassalli descrive nel dettaglio non solo il paesaggio di quei tempi, che tanto è mutato (in peggio) per mano dell'uomo nel corso dei secoli, ma tratteggia anche un quadro sulle differenti figure che animavano la società rurale dell'epoca. Il lettore ignaro ha così la fortuna di apprendere chi fossero i "quistoni" ed i "camminanti", oltre a tante altre comparse che fanno da sfondo alle vicende della povera Antonia.

Recensioni: 5/5

Sebastiano Vassalli ci porta a Zarino, un borgo oggi scomparso vicino a Novara e ci racconta della vita dei suoi abitanti, delle litigate tra vicini per l’acqua, dei briganti che terrorizzano la zona, delle storie di mitici animali mostruosi che riempivano le stalle quando non c’erano altri pettegolezzi da raccontare, delle comari del paese e delle loro malelingue, del cappellano invasato che inveisce contro i contadini del paese perché non hanno pagano le decime o i tributi dovuti a Dio e alla Chiesa. Ci racconta chi sono le esposte e gli esposti, i risaroli, i camminanti e le figure eterogenee della bassa del Seicento. Ci racconta di come una ragazza poteva essere facilmente denunciata, processata e condannata al rogo per stregoneria. È la storia di Antonia, “la strega di Zarino”, una ragazza troppo bella per essere un’orfana e una popolana, una ragazza strana che rifiuta i corteggiamenti dei suoi compaesani, che tratta lo scemo del paese come un ragazzo e non come un animale, una ragazza in sostanza che non si abbassa ad essere come la sua condizione e i gusti dell’epoca richiedono ma ad essere come è. Vassalli raccoglie le carte e i documenti del processo e ci racconta la sua storia. La lettura è un po’ lenta, in parte dovuta alle digressioni sui luoghi e i personaggi che compaiono, anche se in maniera secondaria, nel corso della storia. Tuttavia la trovo una lettura interessante, considerando che Vassalli racconta il Seicento come fece Manzoni ma scrivendo quasi un rovescio della medaglia de “I promessi sposi”, mettendo l’accento sui lati più oscuri e torbidi di quel secolo.