Storie per chi non vuole dormire

Un romanzo decisamente particolare e dallo stile ricercato, quasi troppo per quella che, a conti fatti, non è che una raccolta di racconti dell'orrore ispirati (dove con ispirati si intende che l'autore parte da esse per creare una storia a sé stante) alle famose creepypasta, inquietanti storielle più o meno brevi nate e diventate popolari sul web, con qualche dettaglio storico che vorrebbe dare un tocco di verosimiglianza e una trama di fondo (il protagonista, Jonathan D. John, ex campione di dattilografia affetto da uno strano disturbo da lui definito "la maledizione", viene ingaggiato da un bizzarro gruppo di individui che lo incarica di trascrivere su computer otto disturbanti storie registrate su altrettante bobine) che è essa stessa una creepypasta o, volendo sfociare in un lieve spoiler, la creepypasta che dà origine a tutte le altre, sfruttando un cliché del genere horror in modo atipico e sicuramente interessante, peccato solo che ciò non renda il protagonista meno piatto e passivo, anzi. Passando ai racconti, brevi e comodamente divisi in quattro atti, alcuni sono carini e con buoni spunti ("Il farabutto", "I rastrelli del male", "La stanza bianca"), altri forse premono troppo sul lato più grottesco e assurdo del genere creepypasta ("Una vecchia fotografia", "Il segreto della collina") e altri ancora avrebbero meritato uno sviluppo migliore, meno scontato e prevedibile ("Candle Cove", "Der Stempel", "Smile.dog"), in generale si lasciano leggere ma non sono nulla di indimenticabile. Tre stelle e mezzo, semplicemente perché non saprei che altro voto dare, per me è, come da titolo, un'esperimento riuscito a metà, un libro che forse vorrebbe essere una lettura più impegnata del classico horror moderno, ma che è tutto sommato nella media, troppo prolisso e con una trama orizzontale troppo stiracchiata, ciononostante l'autore scrive davvero molto bene ed è evidente una notevole cura per i dettagli, e per questo quella mezza stella in più se la merita tutta. Cons

Questo è un libro strano. Sembra non fare paura (al di là di tre o quattro storie sulle nove complessive), ma poi ti resta appiccicato addosso. L'autore non l'ho mai sentito, ma il suo italiano mi sembra troppo curato per essere “from Usa” come dice la biografia sulla copertina. A meno che il traduttore non sia un letterato... Una storia che è il tema portante e poi otto racconti che si innestano in questa principale (non voglio spoilerare), ma la cosa strana davvero è che ogni storia raccontata ha poi uno stile diverso, quasi un linguaggio differente. C'è un racconto sviluppato come una chat che fa davvero inquietare, un'altro che riprende un po' il tema della vecchia The Blair Witch Project. Ma la cosa che mi ha un po' lasciato perplessa è che i video, le fotografie e i personaggi dai quali emergono le storie esistono davvero e circolano nella rete da anni e anni... Penso alla storia della “zuppa”, una di quelle che fa davvero paura. Si legge d'un fiato la prima volta, ma la seconda è più lenta ed è lì che si notano altre cose strane.

Non semplicemente un libro horror, ma qualcosa in più. Un horror ti spaventa e te lo dimentichi in fretta, molte delle storie in questo libro strano invece ti rimangono. E continui a pensarci anche giorni dopo. L'ho letto in treno una settimana fa, ogni tanto torno a sforgliarlo di nuovo.