La Fortezza è una fabbrica di liquori ormai in disuso, compressa fra il Barrio e il Fiume. Tra i palazzi del quartiere periferico svetta il civico 49, ultimo baluardo di resistenza nei confronti della Panopticon, la società proprietaria dell’impianto che vorrebbe trasformare in un moderno centro commerciale. È qui che Michele, sedici anni, viene sorpreso a scrivere una grossa O con una A all’interno su un muro dell’edificio da Alfiero, un condomino con gli occhiali alla Pertini. “L’inizio è insolitamente conradiano – un uomo cade in mare mentre un’onda si abbatte su una scialuppa. Ma subito una parola incrina, o semplicemente dissona, nell’immagine quasi sovratemporale da romanzo d’avventura di mare. È una parola ipercontemporenea: “resilienza”. Utile a leggere l’intero romanzo come una meditazione narrativa sul tema, o meglio ancora: un racconto lungo in cui lampeggia quel lemma come la chiave di un enigma.” (dalla prefazione di Paolo Di Paolo).)
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