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La scrittura di Giorgia Foschini è ottocentesca; il suo non è un tentativo di emulazione ma una dote che le appartiene; lo testimonia la facilità con cui l'autrice la esprime dal primo all'ultimo rigo. E’ uno stile che spesso assume le caratteristiche di un fluido, favorendo la nitidezza delle immagini: "(...) Da un punto lontano del giardino giungeva a tratti un tenue cigolio. Sospinta da un respiro di vento, un'altalena dimenticata cullava nel tiepido sole uno strato di foglie". Sintesi, immagine, musica. Considero un preziosismo la descrizione di Cangini, un vecchio ricco e inquietante che impallidisce davanti al mal bianco delle sue rose, nello stesso frangente in cui Franco, un uomo abbandonato dalla moglie nei problemi economici e con due bambini da crescere, si dispera per lo sfratto avuto dallo stesso Cangini, che è il proprietario del suo appartamento. Giorgia Foschini ha la passione di raccontare i poveri e una straordinaria capacità di caratterizzarli. Franco, ad esempio, colpisce per la sua delicatezza, per la sua fragilità e per la sua dignità. I personaggi di Giorgia Foschini sono diversi: un borghese, una suora, due ragazzi ribelli in maniere differenti (Cristiano da un lato e Cangini jr dall'altro), una giovane donna piena di vita, un commissario di polizia, uno spacciatore, una prostituta ecc. Fra di loro però c'è un comune denominatore molto forte: si tratta di talenti della necessità, tutti barcollano ma tutti danno l'idea della stabilità, hanno piedi di piombo, sanno gustare il pane duro e, in un modo o nell'altro, ce la fanno. Il Cerchio rotto è un romanzo che lascia un'idea inequivocabile sulle potenzialità di questa autrice esordiente. Si tratta di dieci euro spesi benissimo. Maurizio
Decisamente un bel libro!!!
Recensioni
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