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Guido Cervo affronta un capitolo completamente inedito della storia romana e riesce a coniugare come pochi altri scrittori una ricostruzione storica precisa e dettagliatissima e una trama avvincente di grande fascino.
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I romanzi di Guido Cervo non deludono mai. Davvero. Questa volta il lettore è trasportato nel mondo esotico dell'India dove l'amicizia tra Roma e un principe indiano trasforma la storia del regno di quest'ultimo. Un grande viaggio e scontri epici in cui la mano dello scrittore dipinge scene vivide e indimenticabili. Grandi personaggi, quelli romani come Terenzio Massimo e Varro, e quelli indiani, primi fra tutti il principe Chelyan e sua moglie. Inoltre, è stato interessante scoprire usanze differenti nella guerra e nel modo in cui vengono trattati i regni sconfitti. Un'opportunità di imparare per chi legge e segno di un grande lavoro di ricerca da parte dello scrittore. Insomma, questo romanzo va assolutamente letto!
I Centurioni del Malabar all’inizio può lasciare perplesso il lettore scoprendo che si tratta di una spedizione romana in India. Dico subito che con ogni probabilità la missione del Tribuno e Legato Imperiale Marco Terenzio Massimo, con i suoi cinquecento classari (fanti di marina), per aiutare Nedunj Cheliyan, maharajah di Madurai, è frutto di pura invenzione, anche se il sovrano indiano è esistito veramente, ma che contatti commerciali fra Roma e l’Asia meridionale ci siano stati è comprovato, così come si ha notizie di viaggi di ambasciatori da quei lontani paese alla Caput mundi e viceversa, e questo aiuta non poco a immergersi nella fantasia della vicenda, perché in pratica non è tutto campato in aria. Peraltro, in questa trama di guerre, di intrighi di corte, di battaglie descritte magistralmente, oserei dire cinematograficamente, ci si avventura nella giungla intricata, nel caldo umido di quei territori, nelle piogge monsoniche, nei colori esotici dell’abbigliamento; sono tutte caratteristiche ambientali proprie dell’India, ma hanno fatto emergere le mie reminiscenze dei romanzi di Emilio Salgari, con elefanti combattenti, tigri divoratrici di uomini, terribili serpenti velenosi, un invito al piacere dell’avventura. Le pagine scorrono veloci, si vive la vicenda, ci si emoziona per i pericoli che gravano sulla bella Satyavati, consorte del maharajah, si trepida durante la battaglia finale per la sorte dei legionari, si arriva in crescendo all’ultima pagina e si chiude soddisfatti il libro. Da leggere, non c’è dubbio.
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