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Come sempre le illustrazioni di Lacombe sono fantastiche.
Le illustrazioni di Lacombe sono sempre bellissime ma in questo libro emerge la loro forza perché trainano autonomamente la storia
Un autentico gioiello questo libro di Lacombe. La copertina elegante, da toccare e ammirare ne anticipa il contenuto. La piccola Cécité divenuta cieca in seguito a un trauma si esibisce ogni sera come funambola in un circo. Non ricorda nulla del suo passato. La sua è una vita sospesa nel vuoto del volo acrobatico. Le pagine iniziali sono nere, scure e il foglio semitrasparente non lascia intravedere le immagini. Quando cadendo riacquista la vista, i ricordi del suo passato lentamente riemergono in pagine via via più chiare e nitide, in un crescendo di colori e di luce. Cécité libera dalla cecità è di nuovo padrona della propria vita. I testi sono brevi, ma profondi. Il passaggio dal nero a colori vivi e sgargianti rende questo libro una meraviglia per gli occhi e per il cuore. Lacombe ci lascia un messaggio. Siamo tutti ciechi e incapaci di guardare oltre i nostri liberi, solo liberandoci dal buio interiore, possiamo ritrovare noi stessi nei colori vivi della vita. Ho apprezzato il messaggio finale dell'autore, grande aiuto alla comprensione del libro. Leggetelo e lasciatevi trasportare e stupire dalle fantastiche illustrazioni e da una storia commovente e dolcissima.
La protagonista di questa storia è cieca. È una piccola ragazzina che fa la funambola e rischia ogni sera la propria vita davanti a un pubblico che, ovviamente, non conosce la sua vera storia. In realtà nemmeno Cecitè ricorda il suo passato. Non sa come ha perso la vista e che cosa ha vissuto prima di diventare un’artista amata e apprezzata da tutti. Un giorno, però, capita qualcosa di straordinario, che la riporterà indietro nel tempo, nel momento in cui ha perso la vista e ha perso anche i suoi genitori. Le illustrazioni di Lacombe sono uniche. Ha uno stile oscuro, ma estremamente funzionale. Non gioca a favore del buio e dell’oscurità, come qualcuno potrebbe credere. Quello è solo un punto di partenza, per poi volgere verso la luce e la speranza, come ha dimostrato anche in questa storia. Le prime pagine sono molto scure, le illustrazioni si alternano a pagine vuote e nere che sovrapposte ai disegni, ne impediscono la vista, a voler sottolineare la condizione di cecità e di buio della protagonista, e in qualche modo, anche la nostra. Poi, con lo scorrere del tempo, e la lenta presa di coscienza della nostra eroina, anche le pagine si schiariscono e i disegni diventano via via più visibili. C’è una presa di coscienza e una sorta di rivalutazione finale che premiano Cecitè rendendola finalmente una ragazza come tutte le altre. Ma una domanda sorge spontanea: la cecità è solo una condizione fisica, o in qualche modo siamo tutti un po’ ciechi di fronte al mondo?